Cronache

Primo maggio, Papa: "Anche oggi tanti schiavi"

Durante la messa a Santa Marta, il Papa ha ricordato che ogni ingiustizia compiuta su una persona che lavora calpesta la dignità umana

Primo maggio, Papa: "Anche oggi tanti schiavi"

Nel giorno in cui nel mondo si celebra il Primo Maggio, durante la messa celebrata a Santa Marta il Papa ha rivolto il suo pensiero al mondo del lavoro. "Oggi è la festa di San Giuseppe lavoratore, è la giornata dei lavoratori. Preghiamo per tutti i lavoratori, perché a nessuna persona manchi il lavoro e tutti siano giustamente pagati, possano godere della dignità del lavoro e della bellezza del riposo", ha detto il Santo Padre che ha anche sottolineato come “ogni ingiustizia che si fa su una persona che lavora è calpestare la dignità umana, la dignità dell'intera umanità". "La dignità del lavoro- ha aggiunto Bergoglio con rammarico- è tanto calpestata".

"Ogni ingiustizia che si fa su una persona che lavora, è calpestare la dignità umana, anche la dignità di quello che fa l'ingiustizia: si abbassa il livello e si finisce in quella tensione di dittatore-schiavo", ha sottolineato il Pontefice. Invece, ha aggiunto ancora Francesco, "la vocazione che ci dà Dio è tanto bella: creare, ri-creare, lavorare. Ma questo si può fare quando le condizioni sono giuste e si rispetta la dignità della persona".

Il Papa ha denunciato come anche oggi ci siano tanti schiavi "tanti uomini e donne che non sono liberi dal lavorare e sono costretti a lavorare per sopravvivere". Il Pontefice ha ricordato, infatti, che in Italia e nel mondo esistono i lavori forzati, ingiusti o malpagati che costringono a vivere con la dignità calpestata. "Ci sono i lavoratori giornalieri, che li fai lavorare per una retribuzione minima per tante ore al giorno, o la domestica che non ha una retribuzione giusta e non ha sicurezza sociale e pensione. Questo è calpestare la dignità umana", ha aggiunto Bergoglio.

Il lavoro è un elemento importante della vita e "non è che la continuazione del lavoro di Dio: il lavoro umano è la vocazione dell'uomo ricevuta da Dio al fine della creazione dell'universo", ha affermato Francesco. "Il lavoro- ha aggiunto- è quello che rende simile l'uomo a Dio, perché con il lavoro l'uomo è creatore, è capace di creare, di creare tante cose, anche creare una famiglia per andare avanti". Il lavoro "ha dentro di sè una bontà e crea l'armonia delle cose - bellezza, bontà - e coinvolge l'uomo in tutto: nel suo pensiero, nel suo agire, tutto. L'uomo è coinvolto nel lavorare. È la prima vocazione dell'uomo: lavorare. E questo dà dignità all'uomo. La dignità che lo fa assomigliare a Dio. La dignità del lavoro", ha rimarcato il Santo Padre.

"Oggi ci uniamo a tanti uomini e donne, credenti e non credenti - è la preghiera del Pontefice - che commemorano la giornata del lavoratore, la giornata del lavoro, per coloro che lottano per avere una giustizia nel lavoro, per coloro, imprenditori bravi, che portano avanti il lavoro con giustizia, anche se loro ci perdono".

Francesco si è soffermato anche su un episodio particolare accaduto due mesi fa. In colloquio telefonico, un imprenditore italiano ha chiesto al Papa di pregare per lui perché, anche a causa delle difficoltà economiche, lui non voleva licenziare nessuno in quanto "licenziare uno di loro è come se licenziassi me stesso". Un esempio perfetto, questo, di chi ha davvero a cuore i dipendenti e non si limita a preoccuparsi del solo profitto. "Questa è la coscienza di tanti imprenditori buoni, che custodiscono i lavoratori come se fossero figli.

Preghiamo pure per loro", ha concluso Bergoglio.

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