Processo su strage rapido 904, la toga va in pensione: tutto da rifare

L'unico imputato è Riina. Ora si dovranno risentire tutti i testimoni. Il rinvio dovuto a un articolo della legge Orlando

Processo su strage rapido 904, la toga va in pensione: tutto da rifare

La Corte d'Assise d'Appello di Firenze, presieduta da Salvatore Giardina, ha rinviato a nuovo ruolo il rinnovamento dell'istruttoria dibattimentale per il processo per la strage del treno rapido 904 del 23 dicembre 1984. Unico imputato è Totò Riina, accusato di essere il mandante, il determinatore e l'istigatore dell'attentato che costò la vita a 16 passeggeri e dove rimasero ferite 267 persone. In primo grado, il 14 aprile 2015, venne assolto dalla Corte d'assise di Firenze "per non aver commesso il fatto". Per la strage del Natale 1984 sono stati già condannati in concorso, in via definitiva, i boss Giuseppe Calò, Guido Cercola, Franco Di Agostino e l'artificiere Friedrich Schaudinn.

La decisione di rinviare a nuovo ruolo il rinnovamento dell'istruttoria dibattimentale è stata presa - dopo una breve camera di consiglio - per l'impossibilità tecnica di concluderla entro la fine di settembre, momento in cui il presidente Giardina andrà in pensione e sarà formato un nuovo collegio giudicante. La strage terroristica del 23 dicembre 1984, con una bomba fatta scoppiare alle ore 19.08 all'interno della grande galleria dell'Appenino tosco-emiliano a San Benedetto Val di Sambro, sarebbe stata commessa, secondo l'atto di accusa della Procura di Firenze, "al fine di agevolare od occultare" l'attività di Cosa Nostra per mantenere e assicurare "l'impunità degli affiliati e garantendo la sopravvivenza della stessa organizzazione".

Le indagini che hanno portato al processo di Riina furono riaperte sette anni fa. Spetterà adesso al nuovo collegio giudicante fissare le date delle udienze, nel corso delle quali dovranno essere ascoltati, come testimoni, Giovanni Brusca, Franco Paolo Anselmo, Baldassarre di Maggio. Calogero Ganci, Giuseppe Marchese e Leonardo Messina. Salvatore Riina, anche questa mattina, ha seguito l'udienza, disteso su una barella e collegato in videoconferenza dal carcere di Parma. Ad imporre una nuova istruttoria dibattimentale è stato un articolo della Legge Orlando recentemente introdotta. La concomitanza della nuova legge e l'imminente congedo del giudice che presiedeva la corte d'assise d'appello ha fatto sorgere le condizioni per il rinvio del processo.

"C'è grande sconforto tra i familiari delle vittome - dice l'avvocato Danilo Ammannato -, a più di trent'anni di distanza dalla strage siamo ancora sensa una verità. Invitiamo la presidente della Corte d'Appello a fissare la nuova udienza in tempi rapidi".

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