Le femministe insistono col fango sugli alpini. FI: "Il ministero prenda posizione"

Gli alpini scelgono le vie legali dopo la richiesta di archiviazione della denuncia della procura di Rimini contro chi ha offeso per settimane il corpo militare

Le femministe insistono col fango sugli alpini. FI: "Il ministero prenda posizione"

Dopo settimane di strepiti e di accuse infondate, la procura di Rimini ha chiesto l'archiviazione per l'unica denuncia di molestia sessuale formalizzata dopo l'adunata nazionale degli Alpini tenutasi nella città romagnola dal 5 all'8 maggio scorsi. Solo una, infatti, era la denuncia formalizzata presso le autorità competenti a fronte di un numero elevatissimo di segnalazioni che, però, non sono mai uscite dai social network. Ora che la procura ha deciso di archiviare l'unica denuncia, le attiviste di Non una di meno non si rassegnano e si dicono pronte a consegnare decine di segnalazioni, che però finora non erano mai pervenute alle forze dell'ordine. Intanto, però, gli alpini hanno deciso di rivolgersi alla legge per vedersi riconosciuti i danni di settimane di fango mediatico gettato sul corpo militare. "Molestie e reati inesistenti, giornalisti e comunisti chiedano scusa a tutti i gloriosi e generosi Alpini!", ha commentato Matteo Salvini.

"Il ministero della Difesa prenda posizione"

"Ora che la procura di Rimini ha chiesto l’archiviazione del caso relativo alle presunte molestie avvenute durante l’adunata degli alpini, qualcuno chiederà scusa? Ce lo auspichiamo", dice oggi il senatore Enrico Aimi, capogruppo di Forza Italia in commissione Affari esteri a palazzo Madama. L'impatto mediatico della vicenda è stato dirompente, a scapito della credibilità e dell'onore di un intero corpo d'armata con una tradizione radicata e affidabilità consolidati nell'opinione pubblica. "In moltissimi casi sono apparse anche dichiarazioni pubbliche, di diversi esponenti politici di sinistra, che sono andate a danno dell’intera associazione e dell’intero corpo degli Alpini. Il tutto, senza che vi fosse prova alcuna di quanto accaduto", ha sottolineato il senatore.

Ed è proprio per le conseguenze discredito gettato sugli alpini, che Enrico Aimi ha deciso di presentare un'interrogazione al ministero della Difesa, sottoscritta da numerosi senatori, allo scopo di "sapere se si intenda assumere una posizione ufficiale sulla vicenda, esprimendo solidarietà all’Associazione nazionale e al corpo militare degli alpini. Ho chiesto altresì che vengano organizzati e promossi eventi e manifestazioni, anche nelle scuole di ogni ordine e grado". L'obiettivo delle iniziative promosse dal senatore Aimi dovrà essere quello di "far conoscere anche alle nuove generazioni l’importante lavoro svolto dall’Associazione nazionale in tempo di pace e il sacrificio incommensurabile affrontato in tempo di guerra".

"Chiederemo i danni"

Ora, archiviata la denuncia, le Penne nere passano al contrattacco: "Abbiamo conferito mandato ai nostri avvocati di intraprendere azioni legali contro chi ci ha offeso durante e dopo il raduno", ha dichiarato Sebastiano Favero, ingegnere e presidente dell'Associazione nazionale alpini. Il motivo è semplice: "Troppo fango è stato gettato sul nome dell'Ana. Sono molto amareggiato perché il comportamento di singole persone, peraltro non accertato, è stato usato per screditare l'associazione che proprio domani compie 103 anni".

L'associazione si costituirà parte offesa nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura ed è in corso di valutazione l'ipotesi di intraprendere un'azione di risarcimento danni in sede civile contro Non una di meno di Rimini.

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