Prostitute bandite da Firenze, gli altri sindaci protestano: "Tutte da noi"

La protesta del sindaco di Calenzano, nella città metropolitana di Firenze: "Col divieto di Nardella vengono tutte qui. Sto pensando al Daspo per clienti e lucciole"

Prostitute bandite da Firenze, gli altri sindaci protestano: "Tutte da noi"

Non sono passate nemmeno due settimane dall'ordinanza con cui il sindaco di Firenze Dario Nardella ha introdotto sanzioni speciali per chi va a prostitute che già le lucciole - com'era prevedibile - si sono spostate al di fuori del territorio comunale.

Il fenomeno ha assunto dimensioni tali da spingere altri amministratori dei Comuni limitrofi ad adottare procedure drastiche. Come riferisce La Nazione, le reazioni dei sindaci dei paesi confinanti con il capoluogo sono state varie ma comunque tutte significativa. Il primo cittadino di Calenzano, Alessio Biagioli, si è avvalso dei poteri speciali conferiti ai sindaci dal decreto Minniti per emettere una serie di misure eccezionali.

Biagioli ha emesso un'ordinanza con cui si vieta la richiesta o l'accettazione di prestazioni a pagamento, con particolare riferimento a determinate zone della città. Oltre alle sanzioni di 200 euro è prevista anche la possibilità di emettere Daspo urbano sia per i clienti che per le prostitute. Niente arresto come nel capoluogo toscano, dunque, ma comunque la possibilità di essere allontanati e banditi dal territorio comunale.

Con il rischio, inevitabile, che

si inneschi un effetto a catena. Di qui le proteste di Biagioli: se Nardella avesse agito in qualità di sindaco metropolitano e non solo da sindaco di Firenze, la questione sarebbe stata gestita con molta più efficienza.

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