Stanno risarcendo l'Asl di Molfetta e Monopoli i "furbetti del cartellino" pizzicati circa due settimane fa. Ognuno di loro dovrà restituire all'azienda sanitaria cifre che vanno da cento a mille euro. Si tratta di circa una trentina tra medici, infermieri e altri dipendenti del sistema sanitario che lasciavano il posto di lavoro per dedicarsi alle faccende della vita privata. Un vero e proprio scandalo. I reati contestati ai dipendenti sono quelli di truffa aggravata ai danni dello Stato commessa in violazione dei doveri inerenti un servizio pubblico, false attestazioni e certificazioni sulla propria presenza in servizio commesse da dipendente della pubblica amministrazione, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e peculato. Tutti i dipendenti abbandonavano arbitrariamente il luogo di occupazione, in assenza di permessi o autorizzazioni.
Ora stanno ridando quello che avrebbero "rubato" dalle casse della Asl percependo lo stipendio intero pur essendosi assentati.
A darne notizia è Massimiliano Scagliarini sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno".
Gli indagati stanno restituendo il doppio delle somme di denaro che hanno indebitamente percepito. Questo per far venir meno le esigenze cautelari ed evitare il processo dinanzi alla Corte dei conti. Certo non basta la restituzione indennitaria a scagionare i "furbetti" che verranno ascoltate tra giovedì e venerdì per poi aspettare i provvedimenti presi con la delibera del direttore generale della Asl (gli indagati rischiano il licenziamento).
Tra le persone coinvolte ci sono, come detto, anche alcuni medici per cui è scattata la sospensione da parte dell’Ordine in attesa del procedimento disciplinare.
Per alcuni di loro e altri dipendenti dell'ospedale "San Giacomo" di Monopoli (erano tredici in tutto i dipendenti coinvolti nello scandalo) è stato fatto ricorso al tribunale del Riesame e i giudici si pronunceranno la settimana prossima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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