Cronache

"Ha omesso i conti...": l'accusa che piomba sulla Puglia di Emiliano

Il senatore Stefàno accusa il governo pugliese di aver omesso per anni al Mef i bilanci di società in house delle Asl, "Ora -dice - si rischia il commissariamento, mentre in gioco ci sono 7000 posti di lavoro"

"Ha omesso i conti...": l'accusa che piomba sulla Puglia di Emiliano

Sarebbero società fantasma per il Mef le Sanità Service srl, società in house partecipate delle Asl pugliesi. È quanto denuncia il senatore Dario Stefàno che ha presentato un'interrogazione al ministro dell'economia e finanze.

Da indiscrezioni che il senatore avrebbe raccolto, la regione Puglia non avrebbe comunicato a Roma i bilanci e resoconti delle società in house per lunghi anni. Se tale informazione venisse confermata, potrebbe esserci il rischio di commissariamento per la regione Puglia o provvedimenti sanzionatori. Un danno enorme per la sanità pugliese, che si tradurrebbe non solo con il rischio di perdere il lavoro per 7000 dipendenti, ma anche di mettere a repentaglio tutti quei servizi che le Sanità Service erogano per conto delle Asl pugliesi.

Si tratta infatti di società partecipate in house, una per ogni azienda sanitaria, in tutto sette, istituite con delibera di giunta regionale (n. 745 del 5 maggio 2009), per affidare servizi per conto delle aziende sanitarie quali: la pulizia degli ambienti ospedalieri, il trasporto di materiale sanitario o biologico, la manutenzione del verde nelle strutture sanitarie, il trasporto di pazienti dializzati o oncologici, la fornitura di autisti, soccorritori e ambulanze per il servizio 118, tutto é stato affidato alle società in house negli anni, a partire già dal 2009 a condizione però che venisse garantito un risparmio economico rispetto alla spesa che sosterrebbe la singola Asl, se gestisse direttamente tali attività.

Secondo quanto riferito da Stefàno i funzionari dello Stato avrebbero avuto notizia dell'esistenza delle società sanitarie pugliesi, soltanto in uno degli ultimi incontri presso il ministero di economia e finanze. Nello specifico il senatore fa riferimento al tavolo romano svoltosi nei giorni scorsi alla presenza della dottoressa Adduce, dirigente della ragioneria generale dello Stato - Mef, dell’assessore alla sanità della regione Puglia Rocco Palese, alla presenza anche del capo del dipartimento regionale della salute Vito Montanaro. Da quest'incontro, sarebbe emersa la presenza delle Sanità Service, che gli amministratori pugliesi avrebbero dimenticato di comunicare a Roma in passato, fornendo presumibilmente dati economici incompleti.

Una dimenticanza che per Stefàno avrebbe ricadute gravissime sul monitoraggio che il ministero effettua in relazione al bilancio della Puglia. È infatti in base ai conti economici che il ministero stanzia risorse a beneficio della regione o impone vincoli di spesa se questa ha un disavanzo. È prorpio questa diversa classificazione che produce effetti anche sui servizi assistenziali, che potrebbero migliorare con investimenti, qualora la Puglia venisse catalogata come regione virtuosa o invece potrebbero subire dei tagli, se il bilancio sanitario pugliese fosse in deficit.

Stando all'interrogazione scritta che Stefàno ha presentato al ministero di economia e finanza, "nel corso del 2021 nel bilancio della regione Puglia, la differenza tra entrate e uscite nei conti della sanità sarebbe stata di mezzo miliardo di euro, anche se - si legge nell'interrogazione - a causa di entrate straordinarie il disavanzo da colmare sarebbe di 255 milioni." Dal momento che nel sistema sanitario pubblico rientrano anche le sette società in house Sanità Service, che hanno un capitale pubblico, la regione avrebbe dovuto comunicare entro il 15 luglio 2022, così come ci riferisce il senatore - il bilancio delle società e non solo delle Asl e il modo con cui far fronte all'eventuale disavanzo.

Aspettando la risposta da Roma, si fa sentire intanto l'assessore pugliese Rocco Palese che sottolinea come trimestralmente la regione trasmetta al Mef il monitoraggio dei conti economici stilato su appositi verbali, dove compare la voce relativa alle società in house e ai costi da esse sostenute.

L'ultimo dossier spedito da Bari a Roma risale ad aprile scorso e dai dati riportati e in possesso dell'assessore Palese, non ci sarebbe alcun rischio per le Sanità Service, per i lavoratori e i servizi erogati.

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