Il caldo porterà via il virus? Ora è guerra sulle "profezie"

Impossibile prevedere quanto durerà l'epidemia. Ecco cosa sappiamo sul Covi-19 e come si potrebbe evolvere la situazione

Il caldo porterà via il virus? Ora è guerra sulle "profezie"

Non si può ancora prevedere per quanto tempo saremo costretti a convivere con il nuovo coronavirus, che si è diffuso nella maggior parte dei Paesi del mondo. Gli esperti parlano di un possibile calo di contagi con l'arrivo della primavera, ma è solo un'ipotesi: niente, per quanto riguarda la possibile durata dell'epidemia, è sicuro.

"È ancora presto per abbassare la guardia", ha detto il virologo Roberto Burioni, ospite nei gironi scorsi a Che tempo che fa. Secondo l'esperto, infatti, "siamo nel pieno di un momento decisivo, l'inizio di un'epidemia. Il momento in cui possiamo ancora fermarla o diluirla nel tempo". Infatti, i pazienti malati di coronavirus oggi "si sono più o meno infettati prima del momento in cui abbiamo messo in atto delle misure molto energiche per ostacolare la diffusione di questo virus".

Cosa sappiamo del virus

Ci troviamo di fronte a un virus molto contagioso e lo dimostrano i continui casi di pazienti affetti da Covid-19, in crescita ogni giorno. Ma, dall'altra parte, il tasso di mortalità è basso: si parla, del 2,8%, anche se un calcolo esatto del tasso di mortalità si potrà fare solamente una volta conclusa l'epidemia. In ogni caso, i dati mostrano una progressione delle probabilità di morire con l'aumento dell'età: si passa dallo 0% in bambini molto piccoli, fino al 14% negli anziani. Ci troviamo di fronte, anche a un virus che, per il momento, non si può fermare. Prima di tutto perché è molto contagioso e poi perché si tratta di un virus nuovo, per il quale non esiste ancora un vaccino. Allo studio ce ne sono una decina, ma sono ancora in fase di sperimentazione e per ottenerne uno efficace ci vorrà del tempo. er questo, tutte le misure messe in atto, mirano a contenere la diffusione dell'epidemia. Come ricorda Libero, l'obiettivo è quello di rallentare l'epidemia, così da "spalmarla nel tempo": questo consentirebbe una gestione migliore, anche per quanto riguarda i posti letto negli ospedali e quelli in terapia intensiva, dato che il coronavirus colpisce soprattutto le vie respiratorie. Rallentare i contagi significherebbe evitare la presenza di molti pazienti contemporaneamente, evitando il sovraffollamento degli ospedali e la carenza di posti in terapia intensiva.

Quanto durerà?

Qualcuno parlava di un calo di contagi con l'arrivo della primavera e l'aumento delle temperature. Ma Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano frena, sostenendo che chi sostiene questa ipotesi "è speranzoso di una cosa che non ha una prova scientifica minima". E aggiunge: "Se si ragiona sulle pandemie influenzali del passato, la spagnola è comparsa in primavera, per l'H1N1 noi abbiamo avuto il picco a ottobre. Un virus nuovo, che ha tutta una serie di persone che non sono immuni, fa un pò quello che gli pare. In questo caso nessuno è immune al virus, è completamente nuovo per l'umanità".

Anche il virologo Fabrizio Pagliasco ha avvisato, parlando al Messaggero: "Possiamo prevedere che si andrà avanti per alcuni mesi, direi 3-4 mesi, considerando anche le code che arrivano dai singoli

soggetti ammalati". Infine prende posizione su questo tipo di scenari anche l'Oms con il dottor Mike Ryan: "Non c'è al momento alcun segnale che ci dica che in estate il coronavirus sparirà come una normale influenza".

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