Cronache

Quei misteri dietro il "libro gate" che sta travolgendo il Vaticano

Dal "giallo" dietro la firma del libro alla riforma del pontificato emerito: il "gate" del Vaticano si infittisce sempre di più

Quei misteri dietro il "libro gate" che sta travolgendo il Vaticano

È la più classica delle bufere del Vaticano, ma sta assumendo contorni poco chiari, che solo le prossime ore saranno, forse, in grado di disvelare. Joseph Ratzinger e Robert Sarah sono contrari all'abolizione del celibato per i sacerdoti. E su questo non ci piove. Ma il mezzo tramite cui questa posizione era stata presa, un libro intitolato "Dal Profondo del nostro cuore", è finito all'interno di un bailamme mediatico-dottrinale che merita di essere analizzato per fasi. Procediamo con ordine.

Da quando l'opera libraria a doppia firma viene annunciata alla richiesta di rimozione proveniente dallo staff di Benedetto XVI - una volontà che abbiamo conosciuto per mezzo di una dichiarazione in merito di mons. Georg Gaenswein - passa qualche tempo. Poco più di un giorno, per l'esattezza. La notizia del "ritorno" di Benedetto XVI è stata riportata nella serata del 12 gennaio. Il fatto che l'"entoruage" del papa emerito volesse prendere le distanze da quella "operazione editoriale-mediatica", invece, è stato reso noto dal Corriere della Sera nel corso della serata di ieri, ossia il 13 gennaio. Nel mezzo, insomma, possono essere contate circa ventiquattro ore. Quelle in cui nessuno ha smentito, quantomeno a livello pubblico, che Ratzinger e Sarah avessero scritto un libro in modo coordinato. E questo è già qualificabile alla stregua di un primo "mistero". Perché nessuno è intervenuto prima? Una domanda che rischia di rimanere senza risposta. Ma ce n'è almeno un'altra.

Nel corso della mattinata odierna, il cardinal Robert Sarah, rispondendo a quelli che ha definito "attacchi", ha pubblicato su Twitter una serie di "prove": tre lettere del predecessore di Bergoglio che sono state seguite da un documento ufficiale che ricostruisce passo passo la stesura concordata dell'opera. Testi tramite cui è probabile si possa provare almeno la compartecipazione del papa emerito al progetto librario del cardinal Robert Sarah. Eppure, su ogni schermo di Pc di ogni addetto ai lavori, verso l'ora di pranzo della giornata odierna, è comparsa quella che sembrava essere una certezza: "Posso confermare - ha fatto sapere mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia e consacrato vicino al teologo tedesco in quanto segretario particolare - che questa mattina su indicazione del Papa emerito ho chiesto al cardinale Robert Sarah di contattare gli editori del libro pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come coautore del libro stesso e di togliere anche la sua firma dall'introduzione e dalle conclusioni". La sensazione comune, a quel punto, è parsa la seguente: Joseph Ratzinger ha operato una marcia indietro.

Se non altro perché il carteggio avvenuto tra Sarah e Ratzinger, peraltro, presenta persino questa dichiarazione, che è da attribuire a Benedetto XVI: "Da parte mia il testo può essere pubblicato nella forma da Lei prevista". Certo, nelle tre lettere postate da Sarah non viene mai citato "Dal Profondo del nostro cuore", ma sembra di poter dedurre che Ratzinger abbia concesso carta bianca al cardinal Sarah. Perché, quindi, quella richiesta tardiva di rimozione della firma? La domanda centrale, a ben vedere, è questa.

Nel frattempo sui social è accaduto di tutto. Alcuni utenti hanno fanno riemergere il tema delle "minacce" subite da Benedetto XVI. Quelle che non sono mai state provate e che, secondo certa narrativa complottista, avrebbero portato alle dimissioni. Dal parlare di un libro si è passati così alla dialettica attorno alla storica rinuncia al soglio di Pietro. Quasi come se quelli che Benedetto XVI chiamava "lupi" fossero tornati ad agire in Vaticano. E questo è solo uno degli scenari palesatosi nelle discussioni dei fedeli, che hanno iniziato a dibattere del caso in maniera animata, come di consueto.

Un'altra delle tesi in campo sul perché Benedetto XVI abbia chiesto a Gaenswein di essere escluso dal libro - una tesi che viene a sua volta ventilata in alcune ricostruzioni giornalistiche - è che ci sia stato un "malinteso" tra l'ex papa e l'attuale prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei sacramenti. Magari Benedetto XVI non era a conoscenza della forma tramite cui quel suo testo sarebbe stato reso noto. Magari era mons. Georg Gaenswein a non avere contezza delle modalità di pubblicazione. Due congetture che, fino ad eventuali ed ulteriori dichiarazioni, devono essere considerate soltanto tali.

Quasi in contemporanea si è aperto anche un ulteriore dibattito: quello sulle "regole" che un pontefice emerito - una figura che ha introdotto Benedetto XVI e che prima di questi ultimi sette anni non era mai comparsa nella storia delle istituzioni ecclesiastiche - dovrebbe seguire dal momento in cui rinuncia ad esercitare il suo ministero. "Servono nuove regole per il papa emerito", ha titolato La Stampa. In Vaticano potrebbero aver interpretato questa situazione specifica come l'ennesima conferma dell'esistenza di una "confusione" che va risolta. Come? Forse ragionando su una disposizione interna che preveda quando e come un emerito possa pronunciarsi. Questo ultimo aspetto, a ben vedere, rischia però di infuocare gli animi delle "parti" in campo. Perché i ratzingeriani potrebbero vedere un'eventuale riforma come un'imposizione diretta a regolare tempi e temi scelti dal teologo tedesco.

L'opera, che secondo quanto scritto sempre da Sarah su Twitter, dovrebbe essere pubblicata a suo nome, ma con un contributo di Benedetto XVI (questo è il compromesso che dovrebbe essere stato individuato, ma bisogna ancora attendere per poterlo dire con certezza) può spalancare le porte alla soluzioni di questioni ben più complesse. Il celibato non è un dogma, si usa dire da parte progressista (ed è vero). Ma anche queste rotture del silenzio firmate Benedetto XVI potrebbero essere messe in discussione da chi, delle prese di posizione di Ratzinger, non vuol più sentir parlare.

L'ultima notizia sul libro, comunque sia, l'ha fornita ancora via Twitter il cardinal Sarah: "Confermo di essere stato in grado di parlare questa mattina con l'arcivescovo Georg Gänswein. Questo comunicato stampa (quello in cui Sarah racconta il coinvolgimento nel libro di Benedetto XVI) rimane la mia unica e unica versione dello sviluppo dei fatti. Ho anche avuto una conversazione con la direzione di Fayard per mettere in atto le richieste specifiche di Mons. Gänswein". Tradotto: possibile che il libro esca con un "contributo" di Ratzinger oppure no.

Ma questo, con il trascorrere delle ore, sembra quasi il punto meno rilevante dell'intera vicenda che sta interessando il Vaticano.

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