Cronache

Recuperata la Fiamma Nera, l’imbarcazione del Duce

È stata rintracciata nel porto di Valencia, in Spagna, la barca a vela appartenuta a Benito Mussolini e finita, dopo varie peripezie, in mano a un criminale di tutto rispetto

Recuperata la Fiamma Nera, l’imbarcazione del Duce

Torna a Roma la Fiamma Nera, l’imbarcazione del Duce. È stata rintracciata nel porto di Valencia, in Spagna, la barca a vela appartenuta a Benito Mussolini e finita, dopo varie peripezie, in mano a un criminale di tutto rispetto. Un imprenditore napoletano impiantato da anni nella capitale e che faceva affari, fra l’altro con le coop “rosse” di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, i capi indiscussi di Mafia capitale. A sequestrare la “due alberi” dei primi del ‘900 di fabbricazione tedesca i finanzieri di Fiumicino, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia capitolina, nell’ambito di una vasta operazione: “Era notevole la sproporzione fra i redditi dichiarati dall’uomo e il suo elevato tenore di vita, frutto di una carriera criminale basata su ingenti evasioni fiscali, bancarotta fraudolenta a catena e truffe”. Un personaggio di “elevata pericolosità sociale” per l’antimafia romana, tanto da accelerare i tempi per mandati di perquisizione e accertamenti bancari. Oltre 70 milioni di euro il valore dei beni sequestrati, compresa la Fiamma Nera, oggi ridenominata Konigin II. Tra i beni sequestrati e affidati alla gestione dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale vari immobili concessi in locazione alla cooperativa “Domus Caritatis”, nonché al consorzio di cooperative sociali “Eriches 29” di Salvatore Buzzi, tra i principali indagati nella maxi inchiesta Mafia Capitale, oltre a vani di un castello, locali del Palazzo Noccioli a Fiumicino, diverse tenute, appartamenti, uffici, negozi e terreni a Roma, autovetture di lusso.

Spicca, manco a dirlo, l’imbarcazione tedesca appartenuta al Duce, di rilevante interesse storico e in perfette condizioni di manutenzione. La storia di questa è particolarmente travagliata: dopo essere stata acquistata nel 1935 dal gerarca fascista Alessandro Parisi Nobile, le venne imposto il nome di Fiamma Nera per esserne oggetto di dono all’allora capo del Governo. Nel 1943, alla vigilia della caduta del regime fascista, la barca fu affondata dal proprio armatore per impedire che cadesse in mano ai tedeschi e successivamente recuperata e restaurata ad opera del conte Sereni e rinominata “Serenella”. Dopo una serie di passaggi di proprietà e vari cambi di denominazione fu acquistata da una delle società sottoposte a sequestro, le cui quote, inizialmente intestate al figlio dell’imprenditore destinatario del provvedimento di sequestro, sono state successivamente trasferite a uno dei prestanome, pluripregiudicato e nullatenente, e l’imbarcazione occultata all’estero. Il recupero della preziosa imbarcazione si è presentato particolarmente difficoltoso, anche a causa di alcuni formalismi procedurali, superati solo con l’aiuto del magistrato di collegamento con la Spagna, a sua volta rimasto sempre in contatto con il Giudice Delegato, Franca Amadori.

Ieri la “Fiamma Nera” è tornata finalmente a Roma, nel Porto Turistico di Fiumicino, rientrando così nel patrimonio storico- culturale del Paese.

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