Reporter Day

Reporter Day, non è il solito talent

Questo non è il classico talent. Non fatevi ingannare dalle persone in fila. Da quelle facce acerbe, arrivate da tutta la Penisola e non solo per realizzare un sogno. Non certo quello che si consuma veloce, sulle note del tormentone dell’estate: i concorrenti del Reporter Day preferiscono ballare “come i dervisches tourners” che assieme alla “scimmia nuda”

Reporter Day, non è il solito talent

Questo non è il classico talent. Non fatevi ingannare dalle persone in fila. Da quelle facce acerbe, arrivate da tutta la Penisola e non solo per realizzare un sogno. Non certo quello che si consuma veloce, sulle note del tormentone dell’estate: i concorrenti del Reporter Day preferiscono ballare “come i dervisches tourners” che assieme alla “scimmia nuda” e alle sfumature di grigio, preferiscono le tinte forti di Oriana Fallaci e Giorgio Bocca. Niente ciuffi, jeans strappati e tacchi a spillo, vestono minimal, unici irrinunciabili accessori sono taccuino e macchina fotografica.

Non ci sono meteore, ma stelle comete che indicano il cammino. Ed è lungo. Giovanni Abbaticchio, 32 anni ed un progetto dedicato ai padri separati che discuterà a minuti, ad esempio, arriva da Bari. Ha inseguito la sua stella per 884 chilometri, fino a Milano, fino alla fatidica soglia di via Gaetano Negri 4. La stessa da cui, a suo tempo, sono passati Montanelli, De Felice, Brera, Aprino, Ionesco e Bettiza.

Qui, dicevamo, si tratta di destino. Perché la professione del reporter, e chi attende il suo turno lo sa bene, non è un mestiere qualsiasi. Ti piomba addosso, non ti puoi spostare. “Il giornalista ed il prete - mi dice Veronica Andrea Sauchelli, udinese di 26 anni, in attesa di discutere il suo progetto sulle donne sfregiate dall’acido in Pakistan - sono dei mestieri che non scegli”. E’ stato lo stesso per Sabrina Sergi, nata 27 anni fa in un piccolo paese della provincia di Lecce. Questo lavoro l’ha sorpresa dall’alto, assieme alle bombe sganciate dagli F16 su Ankara. Un battesimo di fuoco, di notte, quella del golpe. “A luglio scorso ero nella Capitale turca per un internship - racconta - mi sono trovata nel mezzo del golpe, piovevano bombe dal cielo”. Ma adesso è pronta a tornare. Se il suo progetto verrà selezionato tra i due vincenti, raggiungerà il Kurdistan turco perché, “quella notte - dice - ho scoperto di essere coraggiosa, mi sono sperimentata come mai prima di allora, ho scoperto di aver i nervi saldi”.

Anche per Erica Balduzzi, 30 anni, si è trattato di serendipità. Scoccata però a due passi da casa, a Gorino, nel ferrarese, dove gli abitanti sono scesi in piazza per protestare contro l’arrivo dei migranti. “La protesta - dice - è stata bollata come ‘razzista’ ma io conosco quella gente e voglio raccontare la loro versione”. Il limes con il destino è vicino anche per Carmelo Richelmi, trentaduenne di Ventimiglia. La passione per il foto reportage è nata “sul confine dell’integrazione”, tra i tanti migranti in sosta.

Giovanni, Veronica Andrea, Sabrina, Erica, Carmelo. Cinque candidati, tra centinaia. La vittoria incerta, ed una certezza moltiplicata per ognuno.

Oltre il risultato, il cammino prosegue con la giusta colonna sonora.

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