Siamo un Paese veramente tosto, a schiena dritta verrebbe da dire, al punto di andare addosso a un bagnino di Chioggia mattacchione perché un po' nostalgico del Ventennio che fu. L'uomo è assolutamente innocuo ma che importa, i princìpi sono princìpi e non si può derogare. Noi non si scende a patti con chi non condivide i valori di libertà e democrazia scolpiti nella Costituzione figlia dell'antifascismo. E fino a qui ci siamo. Però mi chiedo: se mettiamo in croce un disgraziato di bagnino simpatizzante del Duce, cosa dovremmo fare a chi simpatizza e a chi fa affari con la Cina, Paese comunista (nella sua versione furba: sì ai soldi, no alle libertà) che ha fatto crepare di tumore in carcere il poeta premio Nobel Lu Xiaobo colpevole di avere contestato il regime?
Uno potrebbe obiettare: ma che dici, quelli sono affari dei cinesi, il bagnino è cosa nostra, noi il pensiero e le parole non le arrestiamo. Falso, a meno che il tuo pensiero non sia di sinistra. Da noi ad arrestare il pensiero ci pensano a volte i magistrati (a me purtroppo è capitato), più spesso l'unica eredità del fascismo (altro che il bagnino) ancora oggi tutelata dalla legge: l'Ordine dei giornalisti, introdotto da Benito Mussolini in persona proprio per controllare l'informazione. E ancora oggi il nostro soviet controlla e censura non solo i contenuti - financo le parole usate - ma decide chi può e chi non può esprimere le proprie idee, qualsiasi esse siano.
Solo per stare in tempi recenti, l'Ordine ha deciso che Filippo Facci, prestigiosa firma di Libero, non può scrivere (aveva rivendicato il diritto a odiare l'islam), così come un anno e passa fa decise che neppure Augusto Minzolini (ex direttore del Tg1 poi senatore di Forza Italia) potesse continuare nella professione. E oggi il soviet ha sentenziato che anche io mi devo fermare (due mesi, farò ricorso), colpevole di avere fatto scrivere qualche articolo al senatore Minzolini (di cui peraltro, ma non è questo il punto, non conoscevo la sospensione).
Ora, la situazione è questa: l'ultimo rimasuglio del
fascismo, l'Ordine, decapita il giornalismo non di sinistra e lo scandalo nazionale è il bagnino nostalgico? Io, Facci e Minzolini non siamo certo Lu Xiaobo, l'Italia non è la Cina ma davvero poco ci manca. Da vergognarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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