Cronache

Ritirato il passaporto a Sollecito. Amanda: "Non tornerò in Italia"

La polizia ha notificato al ragazzo il divieto di espatrio, mentre si trovava al confine con l'Austria. L'americana piange in diretta tv

Ritirato il passaporto a Sollecito. Amanda: "Non tornerò in Italia"

Ieri sera i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Firenze hanno ribaltato la sentenza di assoluzione per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannando la prima a 28 anni, il secondo a 25, per la morte di Meredith Kercher. Al giovane pugliese, svegliato all’alba dalla polizia in un albergo vicino a Udine, è stato notificato il divieto di espatrio e gli è stato ritirato il passaporto. Nei suoi confronti, inoltre, è stato disposto anche il divieto di lasciare l’Italia. Sollecito è stato fermato dalla polizia in un albergo di Venzone, a una trentina di chilometri dal confine con l'Austria. Ieri sera aveva raggiunto la fidanzata dopo aver partecipato ieri mattina alla prima parte dell’udienza fiorentina. "Avvocato, io sono innocente. La battaglia va avanti": Sollecito lo ha detto a uno dei suo difensori, l’avvocato Luca Mauri, con il quale si è sentito al telefono dopo la notifica del divieto di espatrio. "Ho fatto un giro in Austria. Poi sono rientrato in Italia. Mi sono fermato lì a riposare". È quanto avrebbe riferito spontaneamente Sollecito agli agenti della Squadra Mobile che lo hanno fermato all’alba all’hotel "Carnià di Venzone".

L'avvocato di Raffaele: non stava scappando

"Smentisco nella maniera più assoluta che Sollecito stesse scappando", ha detto Luca Maori legale di Sollecito. "Ha raggiunto la sua fidanzata e ha passato la notte con lei senza alcuna intenzione illecita". Raffaele - sottolineato Maori - è andato spontaneamente in questura a Udine dopo essere stato cercato dalla polizia".

Knox: non avrò mai voglia di tornare

"Non sono preparata, non potrò mai desiderare di tornare in quel luogo... ma aspetto di leggere le motivazioni. Voglio combattere sino alla fine". Così Amanda Knox, in lacrime, parla in tv dell’ipotesi di estradizione in Italia. E conferma che attraverso i suoi legali ha inviato una lettera ai familiari di Meredith: "Auguro a loro - ha detto in lacrime - ogni bene".

E in un'intervista al Guardian aveva detto: "Mi dovranno prendere e trascinare mentre scalcio e urlo in prigione, dove non merito di stare. Non voglio assolutamente tornare indietro in Italia per mia volontà. Combatterò per provare la mia innocenza".

Come funziona l'estradizione con gli Usa

Quasi sicuramente il ministero della Giustizia italiano non richiederà l'estradizione per la Knox prima che il verdetto venga confermato dalla Cassazione. Se la condanna dovesse essere confermata, iniziererebbe un lungo processo legale. La decisione finale spetterebbe al dipartimento di Stato e, in seconda istanza, al dipartimento Giustizia. L'accordo sull'estradizione tra Italia e Stati Uniti prevede questo: affinché una persona venga estradata deve aver commesso una violazione considerata un reato in entrambi i Paesi e per la quale la legge prevede una pena superiore a un anno di carcere. Il dipartimento di Stato Usa valuterà se ci siano motivazioni sufficienti per chiedere il trasferimento della 26enne. Se il dipartimento di Stato lo ritiene opportuno, trasferirà il caso al dipartimento della Giustizia, che rappresenterà gli interessi del governo italiano ordinando l'arresto della Knox e conducendola davanti a una Corte distrettuale Usa. I tribunali americani hanno una capacità limitata di valutare richieste di estradizione in Paesi stranieri e il loro compito è piuttosto quello di garantire che la richiesta rispetti i requisiti di base.

"I tribunali americani non danno giudizi sui sistemi legali di altri Paesi", ha spiegato l'ex procuratrice federale Usa Mary Fan, che insegna diritto all'Università di Washington a Seattle.

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