Coronavirus

Il ritorno dei tifosi ultimo fallimento di Spadafora

Il governo mette in fuori gioco un ministro. Spadafora Vincenzo resta un uomo solo e nemmeno al comando, il suo capo, Conte Giuseppe, dopo un incontro con le Regioni voluto da Boccia, ha deciso di chiarire l'ambiguo annuncio del ministro dello Sport

Il ritorno dei tifosi ultimo fallimento di Spadafora

Il governo mette in fuori gioco un ministro. Spadafora Vincenzo resta un uomo solo e nemmeno al comando, il suo capo, Conte Giuseppe, dopo un incontro con le Regioni voluto da Boccia, ha deciso di chiarire l'ambiguo annuncio del ministro dello Sport che aveva aperto a mille spettatori per le fasi finali degli internazionali di tennis. Nessun privilegio, se si apre al tennis si apra anche al calcio, da oggi mille spettatori in tutti gli stadi della serie A, senza distinzione di squadre e di tifosi. Una comica finale, l'ennesima di un governo che non usa il gps ma va a caso, smentisce a sera quella che ha pensato al mattino e ripensato al pomeriggio. Una figuraccia di Spadafora, il primo ministro dello Sport, nella storia della Repubblica, con il merito di essere entrato in conflitto con tutte le componenti dello sport medesimo, dal Coni alle federazioni, agli atleti, ai medici. L'ultima sua esibizione, di questo infatti si tratta, ha riguardato appunto l'apertura parziale degli stadi, cioè a un numero limitato di spettatori, mille per gradire. La decisione ha provocato il consueto caos organizzato, la sagra condominiale dei governatori delle Regioni che si sono divertiti a rendere ridicola la decisione ministeriale, anzi proprio un uomo del partito di governo, Bonaccini, presidente della regione Emilia- Romagna, ha immediatamente permesso l'ingresso del pubblico per le partite del Parma e del Sassuolo. Non c'è una regola, non c'è una linea coerente, anzi direi che questo governo ha proprio nella sua imprevedibile e improbabile traiettoria quotidiana la caratteristica principale, che si tratti di mascherine, di monopattini, di pattini con le rotelle, di ergastolani in libertà, di delinquenti con il reddito di cittadinanza e di stadi semiaperti, perché questa è l'ultima novità del Conte bis. Qualche giorno fa, il primo ministro aveva escluso la riapertura al pubblico degli impianti sportivi, qualche giorno dopo, uno dei suoi ministri ha deciso il contrario, poi, capita la gaffe infantile, si è rimediato in zona Cesarini, la comunicazione tra gli inquilini è precaria, gestita alla fonte in modi abbastanza folkloristici e unici nel panorama europeo. Si dice che il valore di un capo venga certificato dalla qualità dei suoi collaboratori, ne abbiamo una conferma quotidiana, Spadafora non ha competenze specifiche del mondo dello sport, non ne conosce le vere esigenze, il suo è un mandato politico senza alcuna esperienza di campo, il casino di queste ore, tra stadi chiusi e altri aperti, l'assenza di sinergia con le componenti istituzionali dello sport, la Lega di serie A per dire, ribadiscono l'assoluta leggerezza e inadeguatezza della figura ministeriale che, come reazione, si è detto «molto stupito». In verità lo stupore è di chi lo vede ancora al suo posto, il campionato di calcio è ricominciato con gli stessi dubbi, le stesse incertezze che avevano caratterizzato la sua riapertura dopo il lockdown, tra protocolli e linee guida impossibili da mettere in pratica, lo stadio semichiuso o semiaperto è una comica finale senza applausi.

Dopo Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi, l' Italia presenta una nuova impresa risorgimentale,i mille di Vincenzo Spadafora e Giuseppe Conte, gli eroi del loro mondo.

Commenti