I rifugiati che hanno occupato abusivamente, a Roma, il centro d’accoglienza che li ha ospitati per anni, non vogliono abbandonare la palazzina. Nonostante, da ieri, sul posto – in via Scorticabove, a San Basilio – siano presenti mezzi e uomini delle forze dell’ordine.
Ma facciamo un passo indietro. Nel 2015 la cooperativa che si era premurata di dare aiuto ai profughi sudanesi – si tratta un centinaio persone provenienti dal Darfur ai quali è stato riconosciuto da anni lo status di rifugiati politici – ha lasciato lo stabile. Che invece ha continuato ad essere, seppur irregolarmente, la casa degli africani. Molti di loro sono ambulanti, vucumprà e lavoratori stagionali, come racconta Roma Today.
I rifugiati contro la Raggi
Lo sgombero, in programma da diverso tempo, è in atto per morosità. Da segnalare, comunque, che non ci sono state particolari tensioni tra i migranti e le forze dell’ordine: il tutto, infatti, si sta svolgendo in un clima abbastanza tranquillo, anche se, ovviamente, la situazione potrebbe cambiare.
I rifugiati politici vogliono capire se nei progetti dell’amministrazione della Raggi è prevista, per loro, una nuova sistemazione. Ma così non è. E, infatti, gli africani puntano il dito contro il Campidoglio, appellandosi al sindaco della capitale. Loro portavoce è il sindacalista Aboubakar Soumahoro di Usb: "Il primo cittadino venga qui e si confronti con noi.
Sono tutti rifugiati del Sudan, vivono qui da 13 anni, hanno protezione internazionale e nel loro Paese non possono tornare. Abbiamo chiesto a suo tempo un tavolo di confronto, ma non abbiamo mai avuto risposta. Questo è il nuovo che avanza? La Raggi deve prendersi le sue responsabilità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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