Ogni anno, a Roma, arrivano più di 7 milioni di turisti. Circa il doppio dei suoi residenti. E nonostante il testa a testa con l’omologa lombarda, con cui si contende lo scettro della città più visitata nel 2016, la Capitale d’Italia tiene duro.
Insomma: i visitatori non mancano. Anche se, in questi 11 mesi di amministrazione pentastellata, la Giunta capitolina sembra essersi prodigata molto di più ad esportare tonnellate di rifiuti oltre confine piuttosto che un’immagine turisticamente accattivante dell’Urbe. A conferma di ciò, qualche tempo fa, un editoriale del New York Times ha raccontato i chiaroscuri della Capitale: lo “scioccante, beffardo contrasto” che c’è tra lo splendore dei monumenti e l’odore della spazzatura. Ma anche il “proliferare di venditori ambulanti senza licenza”, “erbacce incolte”, “trasporto pubblico irregolare”, “percorso a ostacoli tra auto parcheggiate dove non dovrebbero”, “rigonfiamenti e avvallamenti delle strade non riparati”.
Ma, oltre al sensazionalismo mediatico, quali sono le impressioni di chi, nonostante tutto, continua caparbiamente ad affollare le vie del centro storico? Per scoprirlo abbiamo percorso l’itinerario più gettonato dai turisti, iniziando dal parco monumentale di Colle Oppio, e procedendo in direzione Colosseo, per poi raggiungere l’Altare della Patria attraverso via dei Fori Imperiali.
Colle Oppio: “La grande tristezza”
Adagiato sull’omonimo colle, questo parco contiene alcune delle bellezze archeologiche più ambite dai visitatori. Una su tutte: la Domus Aurea di Nerone. Tristemente chiusa, nel 2010, a causa di un crollo ed ancora in attesa d’esser definitivamente riconsegnata al pubblico. Il giardino era già finito nel “mirino” della stampa estera, nel 2016, quando aveva fatto da proscenio allo stupro di una turista australiana. A distanza di mesi, però, le cose non vanno meglio. Al tavolino del chiosco, una coppia di turisti inglesi, spiega: “È davvero triste vedere la città in queste condizioni. L’immondizia non è un bello spettacolo. Peccato perché tutto il resto è meraviglioso”. Pochi passi più in là, una ragazza sta consultando la sua cartina, la interrompiamo. Ci racconta che “la città è bellissima” e che una volta tornata a casa non la sconsiglierà anche se, precisa, “la gente che viene qui si aspetterebbe di trovare un contesto di pulizia che manca”. Ed invece, conclude: “Roma è decisamente più sporca di Parigi, Barcellona o Londra”.
Colosseo: “Hic sunt abusivi”
Ma la Capitale, a detta di una turista che incontriamo procedendo in direzione dell’Anfiteatro Flavio, “è peggio di Napoli”. Mentre una guida turistica racconta: “Una volta un cliente inglese si è lamentato della metropolitana dicendo che sono meglio quelle indiane”. Roma sarebbe più degradata persino di Mumbai. A sostenerlo è anche un venditore ambulante, intento a proporre souvenir proprio all’uscita del Colosseo. E non è il solo, attorno al monumento simbolo della città ci sono centinaia di persone che fanno affari senza licenza. Le mercanzie più in voga sono bottigliette d’acqua, selfie stick e cappelli di paglia. Anche i “leggendari” centurioni romani, con elmo e corazza, resistono. E pensare che Virginia Raggi, con un’ordinanza sospesa poi dal Tar, aveva cercato invano di cacciarli in nome del decoro. Altro che “Caput monnezza”, Roma resta “Caput mundi”, commenta uno di loro sguainando la spada di cartapesta. In questo clima surreale, ad avere il dente avvelenato contro la concorrenza sleale “de’ quelli che non pagano niente” sono soprattutto quei romani che trasportano i turisti in carrozza a prezzi non sempre modici. “Qui vogliono tutelare tutti quelli che sono abusivi - si lamenta un vetturino - e penalizzano la gente onesta come noi, che paga le tasse ed ha la patente”.
Altare della Patria: “Il Vittoriano dell’abbandono”
“Il caos peggiora invece di migliorare. La città è abbandonata”, tuona una guida turistica acconciata come la principessa Leila di Guerre Stellari. Dietro di lei uno sciame di giapponesi la segue diligentemente. Siamo in via dei Fori Imperiali e, in effetti, la musica non cambia. Ai venditori ambulanti si aggiungono anche musicisti, disegnatori, accattoni. Lungo l’ex via dell’Impero gli strascichi dell’emergenza spazzatura, quella che con una settimana di pulizia straordinaria si è cercato di far rientrare, sono evidenti. Ed i cestini vistosamente traboccanti fanno la felicità dei gabbiani che, anche oggi, hanno conquistato un lauto pasto. L’unica zona franca sembra essere quella interna al complesso monumentale dell’Altare della Patria.
Rifugiarsi lì dentro è anche il solo modo che hanno i turisti per liberarsi dalle attenzioni di chi cerca di vendere loro un po’ di tutto. Lo scenario cambia qualche centinaia di metri più in là, una volta arrivati al Campidoglio. Forse perché siamo sotto casa della sindaco?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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