Cronache

Saluto choc dell'icona chic

Saluto choc dell'icona chic

Contrordine compagni. Armine Harutyunyan, la modella delle sfilate e della pubblicità di Gucci dalla bellezza «non convenzionale», come si dice con un termine che sarebbe molto piaciuto a George Orwell e alla sua novalangue, non può essere più il vostro mito, la vostra Marianna rivoluzionaria che conduce il popolo del femminismo, del politicamente corretto, della lotta al bieco maschilismo. Sì, è vero, l'avete difesa strenuamente contro quattro imbecilli che l'hanno insultata in quanto «brutta» - ma diciamo pure che i canoni della bellezza sono relativi fino a un certo punto, e Armine non vi rientra. Gli odiatori ci sono cascati, ma anche voi femministe e progressisti avete contribuito a creare un evento, non facendo spendere un euro di pubblicità a Gucci ma permettendo di parlare del marchio per giorni: quello che qualsiasi impresa desidererebbe. E anzi, care femministe e progressisti, vi siete spinti persino oltre, a nobilitare una ditta, il cui scopo è (ci mancherebbe) macinare profitto, in un'azienda etica, in un attore politico capace di dire: siamo tutti uguali, belli e brutti non conta più. Peccato che l'egualitarismo di Gucci si fermi di fronte alle altre sue modelle, ragazze splendide, e che i suoi vestiti e i suoi prodotti non siano alla portata di tutti, anzi - altro che uno vale uno.

Ci siete cascati di nuovo, care femministe e progressisti del politicamente corretto, ma questa volta la figura barbina è doppia perché Armine, il simbolo dell'«antifascismo» (un termine che vuole dire ormai tutto e il suo contrario) che cosa ti fa? Scatta una fotografia in cui, di fronte all'Altare della patria, saluta romanamente con il braccio destro alzato, mentre sorride un po' enigmaticamente. Armine non lo sapeva, e forse non conosce neppure il significato di quel gesto, ma da lì a pochi metri Benito Mussolini aveva proclamato il ritorno dell'impero sui colli fatali di Roma. La fotografia, scattata nel giugno scorso, è stata postata sulla pagina Facebook della modella ma ha cominciato a circolare ieri, provocando frizzi e lazzi di godimento e di sfottò: aspettiamo cosa diranno ora gli antifascisti in servizio attivo e permanente. Rimane il dubbio che le coincidenze non siano casuali, e che ci sia lo zampino di un volpone della comunicazione per promuovere il brand.

Sia questo o altro, la lezione è sempre questa, care femministe e progressiste; a imporre la morale al mondo e le lezioncine ideologiche troverete sempre qualcuno che, con un gesto futurista, farà vedere quanto siete ridicoli.

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