"Salvini boia". Torna l'odio No Tav, ma il neoministro li gela così

In Val di Susa l'intimidatoria scritta su un muro di contenimento, accompagnata da una stella rossa a cinque punte. Salvini: "Le minacce e i professionisti del No a tutto non ci fermeranno"

"Salvini boia". Torna l'odio No Tav, ma il neoministro li gela così

"Salvini Boia, ora e sempre Resistenza. Avanti No Tav". Il minaccioso "benvenuto" al neoministro delle Infrastrutture è comparso su un muro di contenimento di Val di Susa, firmato con l'immancabile stella rossa a cinque punte. Alcuni attivisti hanno tracciato quella scritta e quel simbolo con della vernice, proprio nelle ore successive all'insediamento del governo Meloni. La notizia si è diffusa oggi e a commentarla è stato proprio l'esponente leghista chiamato in causa dai facinorosi.

Minacce No Tav, la replica di Salvini

"Le minacce e i professionisti del No a tutto non ci fermeranno. Sbloccare i cantieri significa dare lavoro a operai, artigiani e imprenditori, significa rendere l'Italia più moderna e sicura, significa lavorare di più e inquinare di meno. Avanti!", ha scritto il ministro delle Infrastrutture Salvini sui social, postando proprio l'immagine della scritta comparsa in località Caprie (Torino). Nessun passo indietro, come giusto che sia, di fronta alle intimidazioni di chi vorrebbe bloccare le grandi opere necessarie allo sviluppo del Paese.

La nota dell'organizzazione comunista

Una foto della minacciosa scritta No Tav era peraltro già comparsa ieri sulle pagine social e sul blog dell'organizzazione giovanile comunista "Cambiare rotta", a corredo di un comunicato dal titolo "Le ruspe di Salvini arrivano al ministero delle Infrastrutture: ai nostri posti ci troverete, avanti No Tav!". Nella nota in particolare si leggeva: "All'indomani dell'annuncio e dei giuramenti dei nuovi ministri del Governo Meloni possiamo dire di trovarci di fronte a uno dei peggiori Esecutivi che la storia della Repubblica abbia mai partorito: nostalgici del fascismo, razzisti, xenofobi, anti-abortisti e guerrafondai della peggior specie che contano tra le proprie file vecchi militanti del Msi eletti a presidenti del Senato anche con i voti della cosiddetta 'opposizione', ex presidenti di federazioni delle maggiori aziende produttrici d'armi nominati, sull'orlo della terza guerra mondiale, ministri della Difesa. Insomma, un governo di zombie...".

Gli attivisti dell'organizzazione comunista se la prendevano poi direttamente con il ministro delle Infrastrutture Salvini, designato "con delega sui porti".

"A nemmeno quarantotto ore dalla sua nomina ha già dato indicazioni chiari su quali sono le priorità per il suo mandato: il ponte sullo stretto, la Gronda e l'Alta Velocità (in particolare nel Sud Italia)", spiegavano i giovani, rilanciando così la loro battaglia No-Tav: "Ai nostri posti ci troverete per fermare questo treno, il modello di sviluppo che esso rappresenta e i boia che sono pronti a fare macelleria sociale sulla spalle di tutti noi".

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