Cronache

I black bloc: "La mascherina? Per lo smog". Il gip conferma il carcere

Gli antagonisti arrestati il primo maggio a Milano e quelli francesi arrestati a Genova negano le accuse: uno di loro era stato allontanato dopo le proteste in Val di Susa

I black bloc: "La mascherina? Per lo smog". Il gip conferma il carcere

"Non mi interesso di politica, non ho mai frequentato centri sociali o gruppi antagonisti. La mascherina nel mio zaino? La uso per proteggermi dallo smog quando vado in bici". Lo ha dichiarato lo ha il 23enne Jacopo Piva, uno dei cinque arrestati dopo la manifestazione No Expo, all'udienza di convalida davanti al gip Donatella Banci Buonamici.

Il giovane, commesso in un negozio di calzature, risiede a Rozzano e sul curriculum penale ha una denuncia per aver imbrattato una pensilina lo scorso agosto. Secondo quanto spiegato dall'avvocato Loris Panfili dopo l'udienza, ha detto al gip di aver scelto di "partecipare alla manifestazione del primo maggio, contro il precariato e contro Expo" e di essersi trovato "nel mezzo degli scontri provocati da altre persone". Nel suo zaino la polizia ha trovato una mascherina e il 23enne ha sostenuto che "serviva solo per ripararlo dallo smog".

Secondo il suo difensore, "la sua identificazione come uno dei partecipanti agli scontri non è certa e per questo abbiamo chiesto la scarcerazione".

Nega ogni accusa anche un lodigiano di 27 anni senza precedenti penali. Pure lui prende le distanze da ogni forma di violenza. Lo ha confermato il suo difensore, l'avvocato Filippo Caccamo.

Gli interrogatori si stanno svolgendo al carcere di San Vittore. Per tutti, accusati a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall'uso di armi improprie come mazze ferrate, bastoni e pietre, il pm di Milano Piero Basilone ha chiesto la convalida dell'arresto.

Respingono ogni accusa anche gli altri presunti antagonisti detenuti nel carcere di Marassi. "Non sono mai stato a Milano e tantomeno ho partecipato alle devastazioni il giorno dell'apertura dell'Expo. Sono a Genova da una settimana e sono venuto a trovare il mio amico Pierre Boilleau che studia qui". Luc Robert Gauthier, 24 anni, uno dei cinque presunti black bloc francesi arrestati sabato notte dalla polizia per aver danneggiato alcune auto nel centro storico di Genova, ha negato di aver partecipato ai disordini di Milano.

"Non mi sono mai allontanato dalla Liguria - ha spiegato al suo legale Rinaldo Romanelli - e non ho partecipato ad alcuna manifestazione". Stessa linea difensiva anche da parte di Boilleau, 24 anni. Al suo legale ha detto di non essere mai stato in Lombardia e di non aver "mai fatto nulla di male. Sono qui da sei mesi a seguire il corso di studi Erasmus e non ho preso parte ad alcuni disordini".

Ma c'è di più. Un atro degli arrestati, Raemy Hicham Errabia era già stato denunciato nel luglio del 2012 dai carabinieri di Bardonecchia dopo aver partecipato a proteste No Tav in Val di Susa. Nei suoi confronti il prefetto di Torino aveva anche disposto l'allontanamento dal territorio nazionale per "motivi imperativi di pubblica sicurezza" con divieto di reingresso fino al 23 luglio del 2017. A carico di Errabia e di altri 2 presunti black bloc arrestati nel capoluogo ligure, Chloé Gallais e Luc Gauthier, le autorità francesi avevano inoltre inserito nella banca dati di Shengen una nota di riservata vigilanza.

538em;">Al termine degl ascolti si è pronunciato il gip Donatella Banci Buonamici, che ha confermato il carcere per tutti e cinque (Anita Garola, Mirko Leone, Davide Pasquale, Heidi Panzetta e Jacopo Piva) i fermati in flagranza di reato.

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