Cronache

Saviano non torna indietro: "Commercialisti? Chi tace è complice"

Lo scrittore ha voluto ribadire quanto affermato domenica sera a "Che tempo che fa": "Ridicolo dover precisare che non mi riferivo a tutti i commercialisti. Non esiste più l'usura del cravattaro, questa è più complessa"

Saviano non torna indietro: "Commercialisti? Chi tace è complice"

L'eco delle polemiche scaturite in seguito alle dichiarazioni rilasciate da Roberto Saviano durante l'intervista alla trasmissione "Che tempo che fa" nella serata della scorsa domenica non accenna a diminuire.

"Quando un'azienda cominica ad andare in crisi, la criminalità organizzata avvicina i commercialisti. E i commercialisti dicono 'c'è quella persona, c'è quella società che è interessata'", aveva dichiarato lo scrittore a Fabio Fazio, sollevando un vero e proprio polverone già durante il suo intervento. "Sostenere che i commercialisti italiani segnalano alla criminalità le aziende in crisi è quanto di più lesivo della onorabilità di 120mila professionisti economici quotidianamente in campo per la legalità, oltre che al fianco di imprese e cittadini di questo Paese", aveva controbattuto il presidente del consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani, ricevendo l'immediato appoggio anche dal centrodestra.

"Un'infamia così grave è stata pronunciata sulla tv pubblica, il che la rende ancora più grave e inaccettabile. La Lega ha già presentato un'interrogazione: è lecito attendersi scuse immediate, di Saviano e di Fazio", aveva infatti attaccato Salvini.

"Quello che più ci ferisce del concetto espresso dallo scrittore napoletano Roberto Saviano in merito ai commercialisti non è il racconto di una realtà che purtroppo ben conosciamo, quanto il fatto che non sia stato specificato che si tratta di una risicatissima minoranza contro cui anche noi combattiamo", ha di recente affermato Matteo De Lise, presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), come riportato da AdnKronos. "Crediamo che generalizzare sia un errore molto grave e che rischia di mettere in ombra il lavoro di decine di migliaia di professionisti e persone perbene".

Ma Roberto Saviano non ritratta nella maniera più assoluta quanto raccontato domenica sera, irritandosi per il fatto di dover esser costretto a specificare che le accuse non sono genericamente rivolte a tutta la categoria. E lo fa in un video pubblicato sulla pagina Youtube di Fanpage. "Domenica sera ho raccontato di come le imprese in difficoltà spesso vengano agganciate dall'usura criminale e anche dall'usura mafiosa tramite i commercialisti. Non tutti ovviamente, è ridicolo anche precisarlo, tanto è vero che chi ha la fortuna di avere professionisti seri non incorre in questo tipo di pericolo. Non esiste più l'usura del cravattaro", aggiunge ancora,"e se esiste è marginale. Questa è un'usura molto più complessa. Perché si avvicina ai commercialisti (infedeli, sottolineo)? Si tratta di figure che conoscono i clienti. Gli imprenditori, i negozianti, ma anche le singole famiglie, sono minacciate da questa pratica. Dovevate denunciare questo, non fare rumore su di me", replica stizzito lo scrittore, prima di scagliarsi contro gli attacchi subiti anche dal mondo della politica.

"Questi politici che hanno fatto rumore per avere un po' di traffico prendendosela con me invece che indignarsi per queste dinamiche, non sanno che esiste una zona grigia fatta di avvocati, commercialisti, imprenditori, politici che collaborano e sono parte integrante delle organizzazioni criminali? Ancora siamo alla versione della mafia coppola e lupara? Neanche i bambini ci credono più".

"Queste informazioni mica sono nuove, le prendo studiando non solo le inchieste, ma anche gli studi di settore sull'usura, sulla crisi economica", aggiunge ancora. "Eurispes del 2016, e Unione Camere del 2014, tramite la fondazione nazionale antiusura, dicono chiaramente che ci sono insospettabili negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici, che sfruttano la crisi economica e l'indebitamento di famiglie e imprenditori per arricchirsi, forti delle crescenti difficoltà di accesso al credito bancario, ed è nata una nuova figura, quella dell'usuraio della stanza accanto". Poi arriva una seconda frecciata ai politici. "Perché non siete intervenuti, perché zitti? Perché i voti, come il denaro, non puzzano. E quindi è facile attaccare quando qualcuno racconta di queste dinamiche", accusa.

"Ribadisco ogni mia parola", dice in conclusione. "E aggiungo: chi in questi anni ha taciuto o ha avuto flebili parole, e non ha portato avanti una battaglia su questo, e quando si accende una luce si attacca a chi quella luce la sta accendendo, è complice.

Continuerò a parlare, ovviamente".

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