"Ti scambiano per scrofa". Se le donne cacciatrici possono essere insultate

Gli insulti alle donne che vanno a caccia? Nessuno li vede eppure le cacciatrici sono vittime di continue shitstorm e minacce di morte

"Ti scambiano per scrofa". Se le donne cacciatrici possono essere insultate

La violenza contro le donne è una brutta piaga della nostra società e sarebbe sbagliato considerare come tale solo quella fisica. Esistono molti modi di perpetrare violenze, anche a livello psicologico. Un discorso a parte merita il mondo virtuale, che sempre più spesso diventa reale nella nostra quotidianità. È qui che abitano i leoni da tastiera, ossia i valorosi che si nascondono dietro uno pseudonimo, il più delle volte senza foto, con il quale insultano e offendono senza ritegno, facendosi scudo di una parvenza di anonimato. Si alza spesso la polemica, ci si indigna quando accade ma non sempre, perché non tutte le donne pare siano meritevoli di essere difese quando oggetto di attacchi misogini, minacce di morte e parole di una violenza inaudita. È quanto ha denunciato Sergio Berlato, europarlamentare di Fratelli d'Italia, presidente di Confavi e cacciatore di lungo corso, con un post con il quale mette in evidenzia la sequela di insulti ricevuti dalle donne cacciatrici.

Le donne che imbracciano un fucile e si dilettano in uno degli sport più antichi del mondo, per qualche motivo che ci sfugge, non devono essere tutelate. Se meritassero di essere difese, sicuramente l'onorevole Laura Boldrini avrebbe già speso almeno una parola in loro favore, si sarebbero accesi dibattiti e le esponenti della sinistra italiana sempre pronte a urlare contro i comportamenti misogni, si sarebbero sicuramente già esposte per esprimere solidarietà verso le donne col fucile. Invece no, tutto tace. A leggere alcuni commenti sembra addirittura che qualunque amenità venga rivolta a una donna cacciatrice possa quasi essere giustificata secondo il discutibile principio del "chi la fa, l'aspetti". E così, frasi come "spero di vederti ricoperta del tuo stesso sangue", oppure "qualche vecchio babbione la scambierà per una scrofa e la farà secca", passano sotto traccia e non meritano nemmeno una leve reprimenda.

Un fenomeno inspiegabile, o forse no se la si guarda da un altro punto di vista. Da qualche tempo furoreggiano i vegani integralisti, gli eco sostenitori a ogni costo, spuntano come funghi i fruttariani e se qualcuno osa rivelare di aver mangiato una succulenta fiorentina viene additato come eretico. Lo sa bene Giuseppe Cruciani, assalito dai vegani per aver mangiato una nutria in diretta radiofonica. Va da sé che una donna che caccia sia per queste persone la personificazione del male assoluto e che i politici e le persone che possono essere considerate influenti nel nostro Paese non si pronuncino in loro difesa. Sia mai che passasse il messaggio che sono a favore della pesca e perdano lo pseudo sostegno degli integralisti veg-bio-eco-green-sostenibili. Nel nostro Paese ci si spende di più per una nutria che per una donna che caccia minacciata di morte.

Sergio Berlato darà voce a ognuna di loro con una diretta Facebook organizzata per il prossimo 11 dicembre alle 21.30.

Nel frattempo, la speranza è che qualche importante esponente dica almeno una parola in difesa delle donne cacciatrici, continuamente vessate. Ma il dubbio è che Berlato e Cruciani, coinvolto in questa battaglia (si spera non contro i mulini a vento), restino soli.

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