Anche Equitalia ci prova. Come nella migliore tradizione italiana, siamo portati a pensare che i truffatori siano sempre i contribuenti, pronti come mai ad evitare di pagare le tasse.
Ma succede anche che sia l'ente di riscossione delle tasse a tentare di "gabbare" gli italiani. Da qualche mese infatti, come riporta il Resto del Carlino, stanno arrivando delle cartelle che non dovrebbero esistere. Arrivano a distanza di tanti anni e riportano importo risalenti al 2003-2004 fino al 2012. Queste cartelle sono state calcolate sommando tributi vari, accorpando importi tra loro molto diversi e che producono un somma totale da capogiro. In questo modo Equitalia fa aumentare gli interessi eventualmente dovuti nel caso di morosità, e con essi i guadagni.
Troppo furbi gli esattori. Senza considerare che nel 2015 c'è stato un condono per le cartelle inferiori ai 300 euro non saldate a partire dal 2000. Bello, direte. Peccato che Equitalia abbia trovato l'escamotage per evitare di perdere tutte questi introiti. Che, ricordiamo, spesso appartengono a multe e soprattutto, al canone Rai non pagato.
Le cartelle da annullare, dunque, ammontavano al 70% circa del totale di quelle che Equitalia aveva emesso. Tante, troppe per gli esattori rigoristi. Così hanno trovato il modo di passare sopra alla moratoria. Equitalia si è inventata di assemblare tutte gli arretrati, in modo da produrre una cartella unica superiore ai 300 euro. In questo modo oltre ad evitare il condono, ha aumentato anche gli interessi sul debito. Il giochetto, però, è stato annullato dalla Cassazione.
Secondo i giudici, infatti, il presupposto sposato da Equitalia secondo cui i depiti sono esigibili all'infinito è errato. E questo perché "altrimenti il tasso di interesse arriverebbe a divorare il capitale, inteso come reddito, del contribuente". La reazione dei consumatori "per combattere ancora quella ferocissima campagna anti-evasione che ha avuto un solo nemico nel mirino dello Stato esattore: il piccolo mprenditore, commerciante, pensionato e lavoratore dipendente".
"Ora la legge - sottolinea Federconsumatori - dice che il conto alla rovescia non parte più dall’emissione della cartella ma dalla notifica. Perché Equitalia non tiene conto della legge ma continua a intimidire il contribuente?".Domanda legittima.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.