Cronache

Le piazze di spaccio di Arezzo in mano a uno straniero 20enne

Un ventenne di origine straniera, già ai domiciliari con l'accusa di essere il capo della baby gang di Arezzo che si ispirava a Scarface, è accusato di essere il braccio destro di un boss della droga rumeno

Una volante dei carabinieri ad Arezzo
Una volante dei carabinieri ad Arezzo

Si trova già agli arresti domiciliari in Lombardia (dove risiede la madre) al pari di altri otto sodali con cui formava la "famiglia Montana", ovvero la baby gang che si ispirava al film "Scarface" capace nell'ultimo anno di seminare il panico ad Arezzo fra aggressioni e rapine. Ma c'è di più per il capo della banda, un ventenne di origine straniera: è anche sospettato di essere uno dei "luogotenenti" dello spaccio di sostanze stupefacenti nella provincia aretina (gestito a quanto pare da un rumeno). E qualche giorno fa, i carabinieri hanno eseguito nei suoi confronti una misura cautelare di divieto di dimora ad Arezzo emessa dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della procura della Repubblica (che scatterà quando verranno meno i domiciliari).

Sono gli ultimi sviluppi delle indagini legate alla gang giovanile sgominata dai militari dell'Arma, il mese scorso. Il giovane era già accusato di essere il leader del gruppo di minorenni autore di estorsioni e pestaggi ai danni di coetanei (e non solo). E ispirandosi alla pellicola di Martin Scorsese, si facevano fotografare con armi in pugno (finte) scimmiottando i criminali. L'indagine sta però intersecandosi sempre più con una precedente operazione conclusa dai militari e le novità non mancano.

E starebbe emergendo il ruolo cruciale che il ragazzo avrebbe avuto nello spaccio di droga: in base alle ultime accuse, sarebbe proprio lui il braccio destro di uno dei "boss" della città toscana, ovvero un cittadino originario della Romania arrestato pochi mesi fa a coronamento di un'indagine iniziata alla fine del 2021. E controllandone i contatti tramite le celle telefoniche, gli inquirenti hanno ritrovato il nome dell'uomo di vent'anni: i due avevano condiviso per un breve periodo anche la residenza si sospetta che proprio quest'ultimo si occupasse delle consegne di hashish, marijuana e cocaina a richiesta del cliente di turno per conto del rumeno.

A tradire "Montana" (questo il suo soprannome) è stata però l'ultima aggressione del "branco" nei confronti di un ragazzino disabile. E il tribunale dei minori di Firenze ha usato la mano pesante anche verso i "Montana boys", che avevano provato a scalare la catena di comando anche tramite azioni violente contro le forze dell’ordine. Nove le ordinanze emesse verso giovanissimi di sedici e diciassette anni.

E uno di loro è sospettato di aver preso parte anche all'azione che qualche giorno fa ha portato all'accoltellamento di una cameriera filippina.

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