L'indagine in corso in Vaticano può finire anche con l'interessare, in maniera diretta o meno, alcuni alti consacrati. Papa Francesco non ha mai fatto distinguo quando si è trattato d'intevenire. La Santa Sede, stando a quanto raccolto in questi giorni, sta ancora chiarendo la questione. Ma se sulle presunte operazioni finanziarie attenzionate dai "procuratori del Papa" si dovesse sapere qualcosa di più, allora il chiarimento potrebbe interessare pure le evenutali responsabilità relative alla gestione. Sempre che si tratti di illeciti. Per ora infatti, è giusto ripeterlo, stiamo raccontando solo di un'inchiesta interna. Un'indagine che ha tuttavia portato alle prime conseguenze, cioè cinque sospensioni: quattro laici e un ecclesiastico.
Qualche ricostruzione giornalistica ha annotato come la scelta ricaduta su Giuseppe Pignatone per il Tribunale del Vaticano possa essere stata dettata da un'urgenza temporale. Jorge Mario Bergoglio potrebbe averne tenuto conto. Nel caso si dovesse procedere mediante un processo, insomma, Pignatone sarebbe già stato nominato, dunque sarebbe operativo. Ma per ora tutta la disamina appare lungi dal poter essere definita con certezza. Sappiamo comunque come tra le cinque persone sospese dagli incarichi sia possibile annoverare Monsignor Mauro Carlino. Non è l'unica figura non laica citata sulle cronache in questa fase. Seppure per motivi del tutto diversi. Monsignor Carlino, del resto, rimane l'unico consacrato sospeso, mentre su La Stampa di oggi viene fatto presente che: "Sotto la lente d’ingrandimento della magistratura vaticana ci sono operazioni degli anni di governo degli ultimi due sostituti agli Affari generali, Angelo Becciu e l’attuale, il venezuelano Edgar Peña Parra".
Il porporato italiano non è più il sostituto della Segreteria di Stato. Ora il cardinal Angelo Becciu è il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Di Monsignor Parra, invece, si era già parlato in relazione ad un dossier in cui venivano sollevate pure voci di "condotta immorale" e comunque riguardanti il suo trascorso sudamericano. Papa Francesco è stato anche attaccato dai tradizionalisti per il fatto di aver selezionato Parra quale nuovo membro di spicco del "ministero degli Esteri" della Santa Sede. Ma il quotidiano citato tiene presente pure monsignor Alberto Perlasca. Un altro presule italiano che non figura tra coloro su cui i procuratori hanno aperto inchieste, ma che "ha amministrato in prima persona la 'cassa' della Segreteria, da cui nel 2012 è partito l’investimento di 200 milioni nel fondo lussemburghese Athena Capital Global Opportunities, del finanziere Raffaele Mincione".
Per ultimo, poi, vale la pena
sottolineare come qualche media stia rimarcando la sussistenza di una "guerra" tra la Segreteria di Stato e lo Ior. Il fatto che la segnalazione sul caso sia partita dalla "banca vaticana", insomma, non è passato inosservato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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