Cronache

Se al bar spunta pure la marijuana: sequestrato un coffeeshop a Bordighera

Il pub-ristorante di Bordighera non serviva solo caffè: un cenno e al tavolo arrivava pure la marijuana. Anche per i minorenni

Se al bar spunta pure la marijuana: sequestrato un coffeeshop a Bordighera

Bordighera - Un coffeshop, di quelli in stile olandese, ma con la piccola differenza che qui lo stupefacente veniva servito anche ai minorenni.

È quanto accadeva al pub-ristorante "U Cavetu", di Bordighera alta, in provincia di Imperia, che è stato posto sotto sequestro preventivo. Bastava fare un cenno con la mano, al tavolo, per ottenere la classica bustina di cellophane con cinque grammi di marijuana. Il cosiddetto "caffè a 50 euro".

La scorsa notte, tuttavia, la polizia ha messo la parola fine sul losco giro di affari (guarda le foto). Intorno alle 23, è scattato il blitz degli agenti del commissariato che hanno fatto irruzione nel locale, trovando subito duecento grammi di marijuana - in parte già confezionata e pronta per essere venduta - nell'armadietto del capo barman, dove c'erano anche ottomila e cinquecento euro in contanti, in taglio di banconote da cinquanta euro: Massimo Francisco "Cisco", 60 anni, per il quale sono subito scattate le manette. Deve rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nella sua abitazione, inoltre, i poliziotti hanno trovato altri trecento grammi di "erba". Sei gli indagati in stato di libertà, tutti impiegati del locale, le cui abitazioni sono state perquisite. In casa di uno di loro, tra l'altro, sono stati rinvenuti cinquanta grammi di hascisc. Il sequestro dell'attività è avvenuto non solo per l'attività di spaccio, ma anche per la violazione del Testo Unico di pubblica sicurezza e della normativa sul commercio. Violazioni che riguardavano la pulizia degli spogliatoi; la mancanza di tabelle esplicative, soprattutto quella sui danni potenziali dell'alcol. Insomma, una situazione piuttosto seria.

Al momento del blitz, che si è concluso a tarda notte, sono stati fatti uscire un centinaio di ragazzi, molti minorenni che, secondo quanto contestato dall'accusa, si recavano al "Cavetu" per rifornirsi di marijuana e forse anche di altre droghe.

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