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Se il padrone della Rai spegne il "Virus" Porro

La verità è che non si vuole che voi apprendiate dalla Rai che il Pil non sale, che il jobs act è già fallito, che gli accordi europei sugli immigrati sono una truffa

Se il padrone della Rai spegne il "Virus" Porro

Da ieri è ufficiale. La Rai chiude Virus, il programma di approfondimento condotto da Nicola Porro, nostro vicedirettore, che per tre stagioni è andato in onda il giovedì sera su Raidue, nonostante gli ascolti fossero buoni, comunque in linea con l'andamento di quelli degli altri talk show della tv pubblica. Ammettiamo subito il conflitto di interessi per via dell'amicizia e della colleganza che ci unisce a Nicola, del quale peraltro nessuno ha mai messo in dubbio le capacità professionali. Non può però sfuggire che Virus era appunto un virus a suo tempo coraggiosamente inserito nel corpo della Rai come variante al pensiero unico dominante da quelle parti. Un pensiero che, come noto, non è il nostro. Non lo era al tempo dei Santoro e compagnia che spendevano i nostri soldi per fare a pezzi il berlusconismo, non lo è oggi dove tutti devono allinearsi al renzismo senza se e senza ma.

Destra e sinistra, almeno in questo, pari sono. Floris fu cacciato da Ballarò perché antipatico al premier nascente. Giannini, suo successore, andrà a casa per lo stesso motivo. Bruno Vespa è da tempo nel mirino e già si parla di un suo ridimensionamento. Adesso la normalizzazione renziana tocca Nicola Porro, che non è un pericoloso estremista ma un liberale vero. Non prende ordini, dice le cose che pensa - generalmente di semplice buon senso - e non chiede ai suoi ospiti patenti di appartenenza o fedeltà. Per Renzi e per i suoi attendenti, già questo è troppo, soprattutto in una stagione che tra elezioni, referendum e manovre economiche a rischio, si preannuncia infuocata e pericolosa per la tenuta del governo.

Non c'è da credere a una sola delle spiegazioni che il vertice Rai darà di questo repulisti. La verità è che non si vuole che voi apprendiate dalla Rai che il Pil non sale, che il jobs act è già fallito, che gli accordi europei sugli immigrati sono una truffa. Figuriamoci dire che al referendum si potrà anche votare, volendo, un bel «no».

Il fatto è che TeleRenzi non è gratis: canone obbligatorio in bolletta Enel, come noto. Non pagarlo è praticamente impossibile. Almeno di non fare una scelta drastica: farsi staccare la luce. Pensiamoci, meglio il buio di un simile spettacolo di regime.

E, per quello che vale, grazie a Nicola Porro per questi tre anni di libertà virale.

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