Non passa giorno che Matteo Renzi non cerchi di incantare attraverso i media e i cinguettii, il popolo bue italiano. Usa le nuove tecnologie come altri, 75 anni fa, usavano il balcone; il fine è lo stesso ma l'efficacia e la pervasione sono decisamente superiori. Sfida i grillini e il loro modo di usare la Rete, ma per andare sul sicuro ha presidiato tutti i possibili centri di comando e controllo delle nuove tecnologie. Così è stato con l'Agenzia per l'Italia digitale e così sembra essere per la nomina di un responsabile della cyber security scelto sempre nel circolo magico toscano.E intanto Cryptolocker invade i computer degli italiani, privati, studi professionali e imprese, e la Polizia postale si limita a lanciare allarmi. Il cittadino tace e accetta.
Ma questo cittadino, se ha avuto la fortuna di lavorare e maturare la pensione, o se ha deciso di farsi aiutare in casa da una colf e vuole rispettare le regole, prima o poi dovrà incocciare con l'Inps.L'istituto offre un'ampia gamma di servizi on line per i cittadini ma a tutti si può accedere solo facendosi riconoscere digitando il proprio codice fiscale e il Pin: se il codice fiscale è noto ad ognuno di noi, il Pin è un dato personale che ci caratterizza e ci identifica in ogni rapporto informatico con banche, provider internet, gestori di posta elettronica; ma anche con l'Inps. Se con tutti gli altri erogatori di servizi, in caso di perdita del Pin, esistono semplici procedure di recupero veloci e comprensibili, se ciò avviene con l'Inps, inizia una sorta di certame tra la nostra pazienza, la dimestichezza con schermo e tastiera, l'affidabilità e la velocità dei servizi postali.Infatti: se si ricorre al call center la prima cosa che l'operatore chiede dopo il codice fiscale è il Pin (per telefono?); quindi se è stato smarrito si va a capo. Allora si va alla sede più vicina sperando nella pazienza degli impiegati che si stima eguale alla nostra: errore! Il vigilante al banco informazioni informa che per accedere allo sportello veloce ci vuole un documento di identità, ma non basta: è necessario avere anche la sua fotocopia perché l'impiegato non la può fare; è un costo per l'istituto! Allora si riparte per il gioco dell'oca. Per sostituire il Pin smarrito si deve accedere alla funzione sostituzione; ma si attiva solo digitando il vecchio Pin e successivamente per due volte il nuovo: ma se il vecchio è smarrito? Di nuovo al via. Per richiedere un nuovo Pin è necessario revocare il vecchio.
Sul solito sito dell'Inps si deve accedere alla funzione revoca. Si deve digitare il proprio codice fiscale e due coordinate: ad esempio un recapito telefonico e un indirizzo di posta elettronica: se stiamo al computer, noi o l'aiuto, clicchiamo sul tasto revoca e ci verrà visualizzato un messaggio che contiene un codice di revoca; infatti arriva una mail con un codice di 7 cifre! Va copiato e digitato in uno spazio apposito della funzione revoca e se tutto è stato fatto bene si avrà la conferma di revoca confermata. E ora? Serve un Pin per avviare quello che si voleva fare all'inizio e allora si va alla funzione Richiesta Pin. Ancora al via: si danno tutti i dati anagrafici e i recapiti vari, casella mail compresa. Ora ci aspetteremmo il Pin sul computer visto che siamo lì. Invece arriva dopo qualche minuto un sms sul cellulare: il Pin? No! Solo una prima parte, 8 cifre, altre 8 arriveranno per posta, Poste Spa permettendolo. Se avevamo urgenza di fare qualcosa online, scordiamocelo. Povere sora Rosa e sciura Maria che son lontane dalla tecnologia.
Dovrebbero digitare un Pin di 16 cifre! Chiederei a Boeri, presidente dell'Inps: ma se l'è, matt? E a Renzi: ma è questa la tua innovazione?Claudio Manganelli, già componente del primo collegio del Garante per la protezione dei dati personali, già componente del collegio dell'Autorità per l'informatica nella Pubblica amministrazione
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