Uscendo dall'incontro di sabato sera con Juncker, il premier Conte si è vantato che il suo governo in soli sei mesi ha cambiato l'Italia. Nulla di più vero, il Paese è cambiato eccome. Lo spread è schizzato a oltre trecento punti, la disoccupazione è aumentata, la produzione industriale diminuita, la crescita si è azzerata, gli italiani sono più poveri di 145 miliardi e il peggio, secondo tutte le previsioni, pare che debba ancora arrivare. Più che un cambiamento è una vera rivoluzione, peccato solo che sia al ribasso. E peccato che avvenga con stampella una parte, oggi maggioritaria, del centrodestra. Matteo Salvini ieri ha detto che esclude rimpasti di governo, una strategia che ricorda quella del «tanto peggio tanto meglio», soprattutto meglio per lui, che più il Paese va giù più la sua Lega si tira su.
Ciò non toglie che nel dietro le quinte della politica si inizi a parlare con una certa insistenza, se le cose dovessero continuare a peggiorare, di un possibile cambio di governo e di maggioranza, costruendo a tavolino un'alternativa di centrodestra, schieramento che negli ultimi sondaggi è dato addirittura attorno al cinquanta per cento. In Parlamento, attualmente, la sua forza è minore il che rende la cosa non impossibile ma certamente difficile. Sta di fatto che la sola ipotesi sta già facendo impazzire i grillini e i loro fan che hanno aperto un fuoco di sbarramento contro il «Salvisconi» (così l'hanno battezzato), riedizione rivista è aggiornata dei vecchi governi di centrodestra.
A questi signori mi permetto di dire che semmai ciò dovesse succedere si tratterebbe della cosa più naturale del mondo, molto più rispettosa della democrazia e dell'elettorato di quanto lo sia l'attuale governo, guidato da un premier non eletto e formato da forze - Lega e Cinquestelle - che si erano dichiarate avverse e alternative.
«Salvisconi», o forse allora «Berlusalvini» (come noto invertendo l'ordine degli addendi il risultato non cambia) era invece stampato, di fatto, sulle schede elettorali e aveva ottenuto il maggior gradimento da parte degli elettori.Non accadrà, ma se dovesse succedere sarebbe solo un ripristino di verità politica ed elettorale.
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