Cronache

"Se useremo tutto il petrolio il mare salirà di oltre 50 metri"

Un team di scienziati lancia l'allarme: "Bruciando tutte le riserve si scioglierà l'Antartide". L'innalzamento dei mari sommergerà le case di oltre un miliardo di persone

"Se useremo tutto il petrolio il mare salirà di oltre 50 metri"

Finire di bruciare tutte le riserve di combustibili fossili del Pianeta a cui possiamo attingere, immettendo in atmosfera 10mila miliardi di tonnellate di Co2, porterebbe allo scioglimento dell’intera calotta antartica. L'immediata conseguenza di questo cataclisma climatico sarebbe l'innalzamento del livello del mare di almeno 50-60 metri. Un evento che finirebbe per sommergere le case di oltre un miliardo di persone.

Lo scenario non è di quelli a breve termine. Si parla di un arco temporale di centinaia di secoli. Eppure l’avvertimento lanciato dagli scienziati appare chiaro: "Occorre passare alle energie rinnovabili". E mettere la parola "fine" su petrolio, carbone e gas naturale. In uno studio pubblicato sulla rivista Science Andvanced, un team di esperti del Potsdam Institute for Climate Impact Research e della Carnegie Institution for Science sottolinea la necessità di contenere l’aumento delle temperature globali entro i 2°C sui livelli preindustriali.

Nel prossimo millennio, stando allo sceniario dipinto dal team di scienziati, lo scioglimento dei ghiacci comporterebbe un innalzamento del livello del mare pari a pochi metri creando una situazione gestibile per tutelare le città costiere. In caso contrario, lo scioglimento dei ghiacci, che già ora interessa la parte occidentale della calotta antartica, toccherebbe anche parte orientale, in un processo potenzialmente inarrestabile. Il rischio è che l’Antartide, che ora contribuisce per circa il 10% all’innalzamento dei mari, faccia salire le acque di tre metri ogni secolo nel prossimo millennio.

"Se non vogliamo che il ghiaccio dell’Antartide si sciolga - spiega Ken Caldeira del Carnegie - non possiamo continuare ad estrarre combustibili fossili dal sottosuolo e a scaricarli nell’atmosfera sotto forma di Co2 come stiamo facendo ora". "Molti studi si sono concentrati sullo scioglimento della calotta dell’Antartide occidentale - continua - il nostro studio dimostra che bruciare carbone, petrolio e gas naturale mette in pericolo anche la parte Est, che è molto più grande". Ma Anders Levermann del Potsdam Institute avverte: "L’Antartide occidentale potrebbe essere già in uno stato di scioglimento irreversibile.

Ma se in futuro vorremo avere ancora città come Tokyo, Hong Kong, Shanghai, Calcutta, Amburgo e New York, allora dobbiamo preservare l’Antartide orientale".

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