Anche Alberto Cirio, governatore del Piemonte, ha interdetto i proprietari di seconde case in montagna: non ci potete andare a Pasqua. “Alla fine torneremo a coltivare patate”, dicono in Alta Valle di Susa, uno dei principali comprensori sciistici del mondo, con oltre 70 impianti di risalita e circa 400 chilometri di piste. Che poi, osserva Mauro Meneguzzi, sindaco di Sauze d’Oulx, la terrazza sulle Alpi, patria di Piero Gros, celebrato campione del mondo e oro olimpico, dove va a sciare perfino il virologo del momento Matteo Bassetti, “i migranti, invece, possono attraversare tranquillamente il nostro intero territorio. Tutte le sere arrivano a decine a Claviere e da lì vanno in Francia. E viceversa. E nessuno ci protegge, per esempio, blindando la Valle, da Gravere a Sestriere. Se almeno gestissimo questi flussi, e se fossimo tutti vaccinati, l'estate andrebbe alla grande”.
Non parla a caso Meneguzzi. Insieme ai sindaci dei comuni dell’Unione montana Alta Valle Susa (Pragelato, Sestriere, Sauze di Cesana, Claviere, Cesana torinese, Oulx e Bardonecchia), 14 mila residenti, il sei marzo scorso ha scritto proprio a Cirio. “I territori dell’Alta valle di Susa” - si legge nella lettera inviata dall’Unione montana al governatore del Piemonte - “Sono oggetto di transiti transfrontalieri continui. Al fine di evitare la ripresa pandemica su un territorio che al momento non denota, grazie al cielo, un gran numero di positività, ci permettiamo di richiedervi e suggerirvi una campagna vaccinale su tutta la popolazione residente”. Per incoraggiare l’amministrazione pubblica, la lettera annuncia anche la disponibilità dei vari Comuni a fornire il supporto logistico: “Personale medico e infermieristico aggiuntivo necessario, messa a disposizione di locali idonei come palestre, aule non in uso, ambulatori medici privati e quant’altro da voi ritenuto necessario”.
Il sindaco di Sauze d’Oulx ribadisce, al Giornale.it, che il territorio “confina con la Francia attraverso il colle del Monginevro e il traforo autostrade e ferroviario del Frejus. È evidente che il flusso di lavoratori transfrontalieri è cospicuo e in costante aumento, così come lo sono gli accessi dalla Francia all’Italia. Mi pare lapalissiano il potenziale rischio di aumento dei contagi”. Insomma Meneguzzi lancia un appello: salviamo il salvabile, rendiamo almeno possibile recuperare qualche cosa con il turismo estivo. “Io” dice al Giornale.it “Il 14 febbraio ero ancora convinto che il giorno dopo avremmo riaperto gli impianti sciistici anche se un caro amico, di cui preferisco non fare il nome, vicino alla cosiddetta cabina di regia, mi disse che il ministro Roberto Speranza aveva già comunque deciso di non far riaprire un bel niente. Purtroppo aveva ragione il mio amico. Ma questi mica si rendono conto…”. Anche allora il sindaco aveva preso carta e penna e scritto al presidente del consiglio in persona. Una lettera, quella inviata a Mario Draghi il 22 febbraio 2021, garbata, tecnica e per nulla retorica. Ma rimasta ancora senza risposta.
Nonostante l’oggetto sia la valle della Tav e Meneguzzi sia uno dei sindaci che più ha pagato per essersi esposto a favore dell’alta velocità. “Mi permetto di segnalarle” si legge nella missiva a Draghi “alcuni temi di grande rilevanza per la Montagna, collegati al Recovery plan. Contrariamente a quanto affermato da alcune forze politiche, non è un luogo di svago per “i ricchi”, ma un’industria del turismo, che genera Pil, occupazione e gettito fiscale”. Per competere con le stazioni sciistiche di Francia, Svizzera e Austria, sarebbe necessario un intervento pubblico su “impianti di risalita, innevamento programmato, riqualificazione ed implementazione del settore turistico ricettivo, della logistica di collegamento con i grandi centri urbani, aeroporti, linee internazionali su gomma e rotaia”. Meneguzzi sostiene che la gestione pubblica, o, quantomeno, non affidata interamente ai privati, come in sostanza avviene adesso, genererebbe una forte compensazione con il gettito fiscale che “deriverebbe da tutte le attività commerciali, turistiche e occupazionali collegate. In Francia hanno capito da decenni che gli incassi provenienti dalla fiscalità superano le eventuali perdite della gestione degli impianti di risalita finanziati dallo Stato. E poi ho una domanda da porre: perché il superbonus del 110 per cento è applicabile alle abitazioni e a tutti i fabbricati, ma non a quelli alberghieri?”.
Come dire. Avete voluto annullare la stagione invernale? State riducendo sul lastrico un settore e, nello specifico, un comprensorio eccellente?, Avete tolto il lavoro a migliaia di persone?. Beh, volendo, possiamo poco a poco rimettere le cose a posto. “Non so quanto tempo ci vorrà” dice ancora Meneguzzi. “Magari, però, portare a termine opere previste per le olimpiadi invernali del 2006 e mai realizzate, sarebbe già qualche cosa. Un esempio? Il collegamento rapido su rotaia dall’aeroporto di Caselle (Torino ndr) alla valle. Forse Draghi non sa che una delle entrate principali delle nostre località sciistiche arriva dalle tasche dei turisti inglesi. Da decenni vengono a sciare qui duemila cittadini britannici ogni settimana. È normale che impieghino meno tempo a percorrere i 1200 chilometri da Londra a Torino che i 70 da Torino a qui?”. Meneguzzi, annichilito dalla desertificazione della sua montagna, ha reagito al disastro proponendo una via per ripartire.
Per ora l’unica risposta è stata quella di proibire ai turisti di andare in montagna a Pasqua. “Dai, però” incita il sindaco di Sauze d’Oulx “mettiamocela tutta per riaprire questa meravigliosa valle all’estate che sta per arrivare”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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