Per il presidente del Consiglio Renzi si apre un nuovo fronte di fuoco. Non bastavano le liti continue con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dal referendum sulle trivelle ai destini dell'Ilva; ora in trincea il premier deve guardarsi dal fuoco “amico” del governatore della Regione Toscana Enrico Rossi candidato alla segreteria nazionale del Pd al prossimo congresso.
Motivo del contendere il prossimo G7 in Italia. Il “Corriere della Sera” ha anticipato: manca l'ufficialità, ma saranno i tramonti splendidi di Taormina quelli sui quali si affacceranno i grandi della terra nel 2017. Taormina, Sicilia. E non Firenze dove pure Renzi avrebbe giocato in casa. La capitale della cultura italiana si era candidata e il presidente della Regione Enrico Rossi, da sempre sensibilissimo ai temi di politica estera, sosteneva con vigore la scelta.
Ha prevalso però l'idea di avvicinare il G7 il più possibile al problema immigrazione dal punto di vista “visivo” e logistico. Proprio la logistica ha impedito che la prima idea di Renzi, riunire i grandi a Lampedusa, si realizzasse. Secondo indiscrezioni, infatti, il premier avrebbe inizialmente “confidato” al sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, di voler organizzare l’incontro del 2017 proprio sull’isola, diventata da diversi anni ormai, l'ultimo approdo conosciuto di centinaia di migliaia di immigrati.
A Lampedusa però, mancano le strutture adeguate per ospitare un evento di questa portata. Una tra le tante, la pista di atterraggio per gli aerei presidenziali: quella che c'è è troppo piccola.
Così Renzi ha deciso di spostare a Taormina la sede. Sempre in Sicilia, quindi a un passo dal problema, anche se con un panorama sul Mar Mediterraneo più “rassicurante”..
“L’appuntamento si sposta da Firenze – ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Rossi in un’intervista, con una vena polemica – e mi pare che sia una scelta motivata dalla necessità di tener viva l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale e dei grandi del mondo su una vicenda cruciale come quella delle migrazioni e dei profughi alla quale sono interessati i nostri confini, in primis il canale di Sicilia”. Tuttavia Rossi ha attaccato: “Un peccato perché la Toscana e Firenze perdono un’occasione importante di business, di promozione e di economia. Il premier sa di avere un debito nei confronti di Firenze e della Toscana e sono certo che saprà essere presente quando ci sarà bisogno”.
Rossi non ha mancato quindi di punzecchiare Renzi, per un toscano veder preferito l'antico teatro greco a piazza della Signoria è colpo difficile da sopportare. Ma il governatore, crediamo, dovrà farsene una ragione, rinviando stretta di mano e foto ufficiale con i sette grandi a data da destinarsi.
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