Cultura e Spettacoli

Lo sfogo di Giletti contro Gruber, Floris e Formigli

Per Massimo Giletti è tempo di togliersi qualche sassolino dalle scarpe e così rivela che, in questo anno sotto scorta, i suoi colleghi non gli hanno mai scritto

Lo sfogo di Giletti contro Gruber, Floris e Formigli

Sono tante le voci che circolano sul futuro di Massimo Giletti per la prossima stagione, voci alimentate dai particolari saluti del conduttore alla fine dell'ultima puntata di Non è l'arena. Sussurri di corridoio vorrebbero un suo ritorno in Rai ma c'è chi giura in una permanenza del conduttore a La7. Intanto, nel corso della serata di ieri, Massimo Giletti è stato ospite di Bianca Berlinguer a Cartabianca su Rai3 e per qualcuno questo è un indizio importante per i movimenti dei prossimi mesi, anche e soprattutto per alcune frecciatine non troppo velate rivolte ai colleghi della sua attuale rete. "Quattro anni sono un ciclo importante, non so cosa farò domani. Sono a fine contratto, ma non è questione di contratto. Ho bisogno di stare sereno e tranquillo, sono stati 2 anni molto duri per me", ha ammesso il conduttore.

Insieme a Bianca Berlinguer, Massimo Giletti ha ripercorso la sua carriera giornalistica pluridecennale iniziata proprio in viale Mazzini quasi 30 anni fa. Da allora il conduttore è diventato uno dei volti di punta del giornalismo televisivo che, piaccia o non piaccia, ha un suo seguito fedele nei programmi che realizza. Da circa un anno, inoltre, a Massimo Giletti è stata affidata una scorta per alcune minacce ricevute proprio a seguito di alcuni suoi servizi realizzati per Non è l'Arena. "Ci sono troppe voci che ti riguardano. Ma partiamo dalla scorta, da quanto tempo vivi così per le minacce del mafioso Filippo Graviano?", ha chiesto la Gruber al collega. Massimo Giletti ha, quindi, raccontato la sua vita da scortato: "La vita cambia perché la affidi ad altre persone. Non è tanto per me, io sono famoso, noto, ma ci sono tanti giornalisti, donne e uomini, che rischiano ogni giorno senza essere protetti. Il problema è perché chi si occupa di mafia deve finire sotto scorta?".

Una domanda alla quale Massimo Giletti sa di non poter avere una risposta. Il suo malessere è evidente nel corso dell'intervista e poco dopo ne ha spiegato il motivo: "Sono amareggiato perché all’inizio mi aspettavo qualche segnale dai colleghi più vicini, almeno un messaggio di quelli banali da Lilli Gruber, da Giovanni Floris, da Corrado Formigli. Un j'accuse in piena regola verso i colleghi di rete per Massimo Giletti, che ha puntato il dito quasi contro tutta La7, fatta eccezione per due persone: "Gli unici che mi hanno sostenuto sono stati Myrta Merlino e Enrico Mentana".

Massimo Giletti è apparso dispiaciuto per il comportamento dei colleghi, ma poi ha precisato: "Se non sentono fanno a bene a non farlo. Ma è un segnale della solitudine in cui vivi, queste cose qua uno non le dimentica. Faccio i nomi perché me li chiedono continuamente. Perché devo essere ipocrita? Non mi interessa dell’sms che non arriva, ma se non fossi rimasto solo nella battaglia contro la scarcerazione dei mafiosi, non sarei diventato un obiettivo.

Se uno non sente di mandare un messaggio, non lo mandi".

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