Sgomberi, tensione a Torino: dagli immigrati secchiate d'acqua sui poliziotti

Sale la tensione nella città della Appendino. Continua lo sgobero dell'ex villaggio olimpico. Gli immigrati barricati attaccano gli agenti

Sgomberi, tensione a Torino: dagli immigrati secchiate d'acqua sui poliziotti

"Noi da qui non ce ne andiamo". Uno degli immigrati dell'ex Moi, il complesso di palazzine costruite per le olimpiadi invernali del 2006 e occupate dal 2013 da profughi, la maggior parte dei quali di origine africana, minaccia i poliziotti che cercano di sgomberare l'intera area. Il ragazzo, insieme ad altri "irriducibili", ha deciso di opporsi allo sgombero dei seminterrati iniziato ieri mattina, mentre una cinquantina di persone ha già lasciato le cantine, trasformate in alloggi di fortuna e in condizioni igieniche precarie.

"Proteste in Veneto, proteste a Novara e disordini all'ex Moi di Torino - denuncia il deputato della Lega Nord, Alessandro Pagano - centinaia di immigrati e richiedenti asilo (dei quali statisticamente l'85 per cento risulta clandestino) ogni giorno mettono a dura prova il lavoro delle nostre forze dell'ordine". Lo stesso accade quotidianamente anche nel resto d'Italia. "Gli agenti di polizia - continua l'esponente del Carroccio - potrebbero essere impiegati in ben altro per la nostra sicurezza e che invece sono costretti a tamponare le falle di un sistema di accoglienza colabrodo, figlio delle politiche delle porte aperte volute dal Pd di Renzi". Anche questa mattina, come racconta Repubblica, nelle cantine della palazzina dell'ex Moi di Torino, gli agenti della Digos sono stati presi a secchiate d'acqua dagli stranieri che non vogliono essere trasferiti. L'attacco è, infatti, avvenuto non appena i poliziotti hanno provato a scendere nel seminterrato.

La tensione è durata soltanto pochi minuti ma descrive molto bene il clima che si respira a Torino. "Non è un bel posto dove stare, ci sono tanti problemi - racconta un 32enne somalo a Repubblica - ma il mio documento è scaduto e non posso lavorare". Per troppo tempo il sindaco Chiara Appendino si è rifiutata di intervenire e sistemare la situazione. Ora tutta la città ne sta pagando le conseguenze. Il 7 novembre i Cinque Stelle hanno festeggiato i primi cinquecento giorni di governo nel capoluogo piemontese. Ma per la Lega Nord c'è davvero poco da festeggiare.

"In questi 500 giorni - tuona il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Fabrizio Ricca - i torinesi hanno continuato a vivere sulla propria pelle quanto accade all'ex Moi, a respirare i fumi tossici provenienti dai campi rom, a vedere proliferare occupazioni abusive contro cui non si fa nulla e mercati di libero scambio che sono un ricettacolo di illegalità".

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