Cronache

La famiglia di Esposito: "Ciro è vivo, il cuore batte ancora"

Il ragazzo ferito in una rissa prima della finale di Coppa Italia a Roma fra Fiorentina a Napoli è in fin di vita. Lo zio: "È in coma irreversibile"

La famiglia di Esposito: "Ciro è vivo, il cuore batte ancora"

Nel giorno in cui la Nazionale è chiamata alla prova dell'Uruguay, Ciro Esposito, il ragazzo ferito in una rissa prima della finale di Coppa Italia a Roma fra Fiorentina a Napoli, conclusa con il ferimento a colpi di pistola del giovane napoletano ricoverato al Policlinico Gemelli, è in fin di vita. Esposito, ricoverato nel reparto di terapia intensiva all'ospedale Gemelli di Roma, in queste settimane aveva subito numerosi interventi chirurgici. Gravemente ferito al torace, era stato operato l'ultima volta martedì scorso ed era stato sottoposto a dialisi, nutrizione artificiale e a supporto ventilatorio parziale. Considerate molto gravi sin dal primo giorno, le sue condizioni sono peggiorate nella notte.

Ciro Esposito è "in fin di vita, attaccato a un macchinario. Ho parlato con la mamma che è ovviamente disperata", ha detto oggi l'avvocato del giovane tifoso. Fonti mediche del policlinico Gemelli di Roma hanno fatto sapere che la crisi odierna subita dal ragazzo ha provocato un'insufficienza multiorgano, subentrata in un quadro clinico già particolarmente fragile. "Siamo molto infastiditi dalle false notizie sulla morte di Ciro. Il suo cuore batte ancora anche se è in coma profondo, quindi, chi può pregare preghi per la sua salute. Non sappiamo cosa accadrà nelle prossime ore, ma ci sentiamo di fare un appello ad evitare ogni forma di violenza nel nome e nel rispetto di Ciro Esposito", si legge in un comunicato della famiglia del giovane. "Ciro non è morto. Il suo cuore batte ancora", ha detto il fratello Michele Esposito. "Ciro Esposito è ancora vivo, anche se in coma irreversibile, a nome di tutta la famiglia dico a tutti basta violenza", ha detto all'ANSA lo zio del giovane tifoso del Napoli, Vincenzo Esposito.

Forze dell'ordine in allerta nella Capitale per l'eventuale arrivo di gruppi isolati di tifosi napoletani per l'aggravarsi delle condizioni di Ciro Esposito, in fin di vita al Gemelli. Si temono raid e vendette nei confronti della tifoseria romanista. Ma su questo rischio, lo zio di Esposito è stato chiaro: "Nessuno si azzardi ad usare il nome di mio nipote per compiere altre violenze, noi vogliamo solo giustizia e che De Santis (l'ultrà della Roma accusato di aver sparato i colpi che hanno ferito Esposito prima della finale di Coppa Italia, ndr) paghi qualora venga riconosciuto colpevole".

"Le condizioni di Ciro Esposito si sono ulteriormente aggravate nelle ultime 36 ore e i supporti vitali non riescono a tenere sotto controllo la funzionalità degli organi", lo comunica il professor Massimo Antonelli, direttore del centro di rianimazione del Policlinico A.

Gemelli, aggiungendo: "Esposito è cosciente, ma sedato farmacologicamente".

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