"Come insegnanti antifasciste e antirazziste difendiamo ogni giorno la memoria storica collettiva dentro le nostre aule...", a scrivere sono docenti di diversi ordini scolastici, che gestiscono un blog nato in opposizione alla cosidetta "Buona scuola". Il caso di Lavinia Flavia Cassaro, ormai conosciuta dai più come "la maestra di Torino", continua a far discutere. E adesso alcuni colleghi sembrano, mossi da uno spirito di solidarietà, intenzionati a prendere le parti della donna che si era rivolta così ai poliziotti schierati a difesa del comizio di Casapound: "Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire!".
"Negli ultimi mesi di campagna elettorale - scrivono le insegnanti antifasciste in questo post - siamo state dirette testimoni delle conseguenze che la legittimazione politica e mediatica dei partiti neofascisti ha prodotto nelle scuole e nei quartieri delle nostre città. Volantinaggi, banchetti, slogan fascisti sui muri degli istituti scolastici, apertura di nuovi centri di aggregazione, iniziative di protesta contro le programmazioni didattiche non in linea con i loro contenuti, attacchi diretti a insegnanti e a presidi "sessantottini" si sono moltiplicati". I "fascisti", insomma, si starebbero pericolosamente insediando all'interno delle scuole italiane. E a una certa "cultura" promossa da formazioni politiche come Forza Nuova e Casapound non dovrebbe essere consentito un passaggio inosservato nelle istituzioni formative.
I docenti, attraverso questa loro presa di posizione, rispondono a Massimo Gramellini, che dalle pagine del Corriere della Sera aveva definito Lavinia Flavia Cassaro una "cattiva maestra": "Non siamo tenute a incarnare 24 ore su 24 e in ogni momento della nostra vita il ruolo del posto di lavoro né a rispettarne la disciplina - ci hanno tenuto a specificare -. E ancora: "Dietro questo attacco alla professoressa, non c’è nessuna difesa dell’integrità della scuola. C’è solo la traccia di un nuovo perbenismo e moralismo che si fa strada nella società e che si intreccia con le pulsioni autoritarie di questa classe dirigente neoliberale". La maestra di Torino, intanto, è stata sottoposta a un procedimento disciplinare da parte del ministero dell'Istruzione. Ma queste "Cattive maestre" non ci stanno.
"Non siamo necessariamente materne e composte, né tantomeno pacate con i fascisti. Ci sembra gravissima la gogna mediatica alla quale la nostra collega viene sottoposta in queste ore...", hanno sottolineato ancora. Essere antifasciste, quindi, significherebbe poter abbandonare, in caso di necessità, compostezze e vocazioni da insegnanti sino ad arrivare, magari, ad augurare la morte ai poliziotti schierati in difesa del diritto di tenere un comizio.
"Solidarietà all’insegnante torinese, in piazza e nelle classi tutti i giorni contro ogni fascismo. Siamo tutte antifasciste, siamo tutte Cattivemaestre!", hanno chiosato le insegnanti. E se quello della maestra di Torino non fosse un caso isolato?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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