Un medico messinese avrebbe lavorato per quindici giorni in nove anni. La notizia, che ha dell'incredibile, arriva dal quotidiano La Sicilia, che racconta come un medico impiegato all'ospedale Sant'Isidoro di Giarre sarebbe stato presente in reparto per poco più di due settimane dal 2005 ad oggi.
L'uomo avrebbe usufruito di una borsa di studio dal 2005 al 2008 e successivamente avrebbe chiesto un congedo parentale di sei mesi, nel giorno stesso del suo rientro. Allo scadere del congedo avrebbe effettivamente lavorato, dal 4 al 21 maggio del 2009. Dopo due mesi di malattia, dal 22 maggio al 22 luglio, ecco un'altra borsa di studio, fino al 30 giugno dello scorso anno. Al momento sarebbe in aspettativa per un dottorato di ricerca con scadenza a fine 2015.
Sul caso sono in corso accertamenti interni all'Azienda sanitaria provinciale di Catania, che starebbe valutando anche altri casi analoghi. In una dichiarazione all'Ansa, il medico si è detto "perplesso ma non preoccupato": "Ho usufruito di permessi non retribuiti previsti dal contratto nazionale di lavoro per frequentare dei corsi di specializzazione".
Sul suo sito personale, però, l'uomo avrebbe scritto di stare svolgendo "un'attività privata di libera professione" e soprattutto di essere un ospedaliero a tempo indeterminato presso l'Azienda sanitaria provinciale del capoluogo etneo. Il medico però si difende e sempre parlando con l'Ansa spiega: "I 15 giorni di lavoro sono un dato inesistente perché ci sono delle pause minime previste per legge. E’ invece vero che quando è nato mio figlio ho usufruito di cinque mesi di permesso parentale. Tutto secondo la legge."
"I permessi di cui ho usufruito - racconta ancora - erano non retribuiti: io mi sono mantenuto con le borse di studio, che sono inferiori allo stipendio, e ho dovuto pagare tasse e iscrizione di tasca mia. E durante le mie assenze sono stato sostituito da una collega"
Per l'Asp parla il direttore sanitario Franco Luca, che ammette che "la legge è stata rispettata", ma aggiunge anche che "l’ultimo permesso è retribuito e noi non possiamo sforare il budget e sostituirlo", specificando che
"questo ci crea problemi di organico nell’assistenza ai malati". Insomma, dopo le polemiche pare che anche a Catania abbiano intenzione di verificare "se ci sono le condizioni per revocare l’aspettativa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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