Coronavirus

Sileri attacca: "C'è troppa burocrazia". E il Cts si infuria

Il Cts è infuriato con il viceministro della Salute Sileri. Nel mirino una dichiarazione a Dimartedì: "Troppa burocrazia nel Cts, 8 ore per fare un tampone"

Sileri attacca: "C'è troppa burocrazia". E il Cts si infuria

Ormai è scontro aperto tra il Cts e il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. A far infuriare gli scienziati del Comitato tecnico scientifico l'attacco assestato ieri sera da Sileri a Dimartedì su La7. “Secondo me c’è troppa burocrazia nel Cts. Non si possono aspettare otto ore per i tamponi”, ha tuonato il viceministro. Parole inaccettabili per il Comitato di tecnici che per rispondere "all'attacco frontale e ingiustificato" ha convocato oggi pomeriggio una riunione straordinaria con un unico punto all’ordine del giorno: “Sileri a La7”.

Il j'accuse di Sileri

E dopo la frase incriminata Sileri, incalzato Giovanni Floris sulla durata della quarantena per i contatti di casi positivi e sulle lunghe attese per i tamponi, ha assestato un altro affondo che scarica la responsabilità sul Cts: "Dobbiamo ridurre la quarantena e rendere la diagnostica più semplice. Questo è il compito di un Comitato tecnico scientifico a cui arrivano dalle richieste. I tamponi li compriamo noi su indicazioni su cosa fare Aspettiamo il via libera ai test salivari, Bisogna liberare le persone dalle quarantene, fare sì che ci sia diagnostica più semplice".

La reazione del Cts

Il programma di Giovanni Floris non era nemmeno finito che già era partito un giro di telefonate che uno dei tecnici descrive “infuocatissimo”. "Molti dei componenti, scienziati e tecnici, del Comitato che a titolo gratuito mettono le loro competenze a disposizione del Paese, - rivela ad HuffPost una fonte interna - supportando il ministero della Salute nella pianificazione della strategia per combattere l’emergenza sanitaria, minacciavano di dimettersi". Poi, in tarda serata, la decisione di convocare una riunione straordinaria. L’idea sarebbe di rivolgersi direttamente al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con una nota in cui, condannando l’accaduto, si chiede al premier un intervento pubblico.

La replica dei tecnici infuriati

Nel frattempo i tecnici non ci stanno ad essere additati come gli unici colpevoli delle inefficienze. E rispondono colpo su colpo agli attacchi del viceministro, in un gioco a scaricabarile incrociato. “In 112 incontri - spiega uno dei componenti - abbiamo elaborato oltre 550 raccomandazioni e documenti inoltrati subito al ministero della Salute, ma non ci occupiamo dell’organizzazione dei tamponi che è in capo al Ministero, lo stesso che Sileri rappresenta”. Come a dire, “il nostro compito è un altro”. E non risparmiano nemmeno l'affondo di Sileri sulla necessità di utilizzare i test salivari, rispedendo al mittente le accuse. “Ma il ministero della Salute - è la replica piccata che arriva dal Cts - nella circolare del 29 settembre sull’introduzione dei tamponi antigeni nelle scuole ha specificato che i test salivari non sono attendibili. Non si possono attribuire a noi cose di cui non ci occupiamo”. Inaccettabile per la task force tecnica anche il ridimensionamento del ruolo del Cts che Sileri vorrebbe al "servizio della politica" e non il contrario. "Noi, sulla base delle nostre competenze e delle analisi di documenti e ricerche, forniamo pareri e definiamo proposte, delle quali la politica può servirsi o meno, come è accaduto in questi mesi”, precisa la fonte. Per ora gli scienziati si appellano a Conte per risolvere la querelle ministero-Cts, “perché non si può permettere a nessuno di incrinare il rapporto di fiducia degli italiani nel Cts in un momento della vita del Paese come quello che attuale, in una prospettiva in cui i casi di contagio sicuramente aumenteranno”.

La reazione di Sileri

Il viceministro Sileri cade dalle nuvole e rincara la dose."Cts infuriato con me? Spero di no. Le mie dichiarazioni di ieri sono state solo una richiesta per avere delle risposte. Non ne ho avute molte negli ultimi mesi. Come quella sulla riduzione della quarantena a 10 giorni o sui test salivari da fare nelle scuole come si fanno negli aeroporti. Io chiedo delle risposte che vogliono gli italiani". , ha contrattaccato Sileri, ospite di Timeline a SkyTg24. "No, nessuno mi ha chiesto di dimettermi.

Sarebbe assurdo", ha chiosato.

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