Cronache

Silvia Romano scende in campo: "Perché io sto con i palestinesi"

L'ultimo intervento della Romano divide. Ecco perché ha "sposato" la causa palestinese

Silvia Romano scende in campo: "Perché io sto con i palestinesi"

Da una parte i buoni, dall'altra le "forze occupanti", come sono stati definiti da Silvia – ora Aisha – Romano gli israeliani in un articolo pubblicato a metà agosto sul sito web La Luce. La cooperante milanese, rapita dal gruppo fondamentalista di al Shabaab in Kenya nel novembre 2018, e rilasciata soltanto dopo un anno e mezzo di prigionia, ha dimostrato di avere le idee chiare nei confronti di Israele.

Nel suo intervento "Aisha" ha difeso i bambini palestinesi educati all'odio contro il governo israeliano. L'ex volontaria, convertita all'Islam, ha mostrato una certa sensibilità verso le campagne portate avanti da ong come il centro per i diritti umani Al Mezan. Quest'ultima ha fatto luce su ben 91 testimonianze riguardanti tortura e abusi sui bambini palestinesi che cercavano di superare la zona cuscinetto imposta da Israele a Gaza.

Peccato che poco sappiamo dei bambini citati. Nessuno ha spiegato il motivo esatto per il quale questi ragazzi si trovano imprigionati. Molto probabilmente volevano superare il confine indossando un giubbotto carico di esplosivo, magari dopo essere stati indottrinati da qualche adulto. La stessa Al Mezan, attentissima a raccogliere contributi dalle istituzioni europee e internazionali, bypassa completamente il tema del terrorismo perpetuato nei confronti della popolazione israeliana.

L'articolo di Aisha Romano

Nella sua visione, i carnefici sono gli israeliani, le vittime i palestinesi. Poco importa se i bambini di Gaza sono sottoposti a un pressante e quotidiano lavaggio del cervello dai media locali e della Cisgiordania. Poco conta se sono educati all'odio contro Israele e a crescere prendendo esempio dai "martiri" (leggi: terroristi). Se questi bambini vengono arrestati, la colpa è solo e soltanto degli israeliani.

"Ogni bambino è innocente, indipendentemente dalla sua origine, e perciò merita di vivere in libertà. I bambini palestinesi hanno il diritto alla loro sacrosanta libertà: la libertà di vivere un’infanzia serena, senza incorrere nel terrore e nella violenza delle forze occupanti", ha scritto Aisha Romano, entrata nella comunità dei musulmani. Non c'è traccia, nell'intervento della ex cooperante, delle centinaia e centinaia di bambini israeliani uccisi dai missili palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza.

Come se non bastasse, il recente accordo di pace tra Israele ed Emirati Arabi ha sollevato l'odio di organizzazioni e movimenti palestinesi, in un clima sempre più pesante. Tra i più critici troviamo i membri dell'Olp, cioè Organizzazione per la liberazione della Palestina, il movimento islamista Hamas (“l'intesa incoraggia l'occupazione a negare i diritti del popolo palestinese”) e Fatah, i cui esponenti guidano l'Autorità nazionale palestinese. Anche Turchia e Iran hanno puntato il dito contro Israele.

Insomma, Tel Aviv continua a restare nell'occhio del ciclone dei movimenti islamici.

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