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Sorrentino non coglie lo spirito del tempo

Sorrentino non coglie lo spirito del tempo

Il regista Paolo Sorrentino, già sospettato di intesa col «nemico», per fugare ogni dubbio dedica proprio al «nemico» un film, anzi due: Loro 1 e Loro 2. Il «nemico» è sempre il solito: Silvio Berlusconi. Quel Berlusconi che ha prodotto, attraverso Medusa, La grande bellezza, film vincitore del premio Oscar. Quel Berlusconi che aveva offerto al regista le proprie residenze per le riprese di Loro. In fondo c'era da aspettarselo che l'amico Sorrentino forse non fosse tale: agli Oscar aveva ringraziato Diego Armando Maradona, da buon napoletano, ma non Medusa. Se ci fosse un Oscar all'ingratitudine, Sorrentino sarebbe tornato in Italia con due statuette. Vedremo a bocce ferme, cioè dopo aver visto anche il secondo film, in uscita ai primi di maggio, se l'impressione prodotta da Loro 1 sarà confermata. E l'impressione a caldo è che Loro sia un film che non cattura lo spirito del tempo. Più modestamente intercetta lo spirito della cronaca di questi anni. Nelle Note di regia, il regista assicura di aver voluto ritrarre l'uomo Silvio in tutta la sua complessità. Mah. Sorrentino ci ha fatto (per ora) vedere le «origini» del bunga bunga e un Berlusconi a tratti divertente come l'originale ma nel complesso ridotto a macchietta. In Loro 1 non entra mai in azione il Berlusconi politico. Si vedono invece Loro: quelli che sembrano avere il potere ma sono soltanto vassalli di Lui (Silvio).

Sorrentino si era già misurato con la politica ai tempi de Il divo in cui tratteggiava a tinte grottesche le «avventure» di Giulio Andreotti e dell'intera classe dirigente democristiana, in piena decadenza. Nella scena più forte del film, Andreotti, ricurvo, elencava una serie infinita di morti, evocava le stragi e le bombe. Per poi concludere che per fare il bene bisogna servirsi del male. Cinismo allo stato puro. Il divo metteva una pietra sulla Prima Repubblica.

Loro vorrebbe catturare la fine della Seconda Repubblica e per suggestiva coincidenza la prima parte esce oggi, alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile, festa della Liberazione. Ma (per ora) non ci riesce. Nella Seconda Repubblica è proseguito lo scontro tra politica e giustizia che aveva liquidato il vecchio pentapartito, lasciando campo aperto alla sinistra. Fu proprio Silvio Berlusconi, incarnando un nuovo tipo di politico, a sbarrare la strada alla gioiosa macchina da guerra di Achille Occhetto. A questo punto i giudici, con la stampa di supporto, avevano (e hanno) un altro obiettivo da distruggere: Berlusconi.

Vedremo se Sorrentino, in Loro 2, saprà raccontare anche la parte della storia realmente importante: lo scontro all'ultima sentenza tra magistrati e politici. Quando questa «guerra» sarà finita, allora potrà iniziare davvero la Terza Repubblica e si potrà fare un bilancio della Seconda. Se Loro 2 invece darà una spolverata al solito arsenale dell'antiberlusconismo, Sorrentino si troverà involontariamente accanto a qualche ferrovecchio del comunismo, ai soliti comici che non fanno ridere e soprattutto ai grillini, i giacobini della politica italiana, che vogliono purificare il paese, eliminando tutti gli inquisiti, a parte quelli numerosi del Movimento cinque stelle. Insomma, Loro rischia di essere fuori tempo massimo per la maggioranza degli italiani, che dell'antiberlusconismo non sanno cosa farsene.

C'è poi un dato di fatto. Nonostante la campagna mediatica e giudiziaria iniziata nel 94 e tuttora in corso, Silvio è ancora lì. Ed è meglio di Loro.

Alessandro Gnocchi

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