Cronache

Stamina, il Comitato scientifico: "Rischio di complicanze gravi dalle somministrazioni ripetute"

Nella relazione tecnica, il Comitato avverte il ministero della Saliute: "Gravi incongruenze tra il metodo presentato da Stamina e quanto riportato a sostegno dei protocolli clinici proposti"

Stamina, il Comitato scientifico: "Rischio di complicanze gravi dalle somministrazioni ripetute"

"Gravi incongruenze tra il metodo presentato da Stamina e quanto riportato a sostegno dei protocolli clinici proposti" e "mancanza di un 'metodo Stamina' perché la metodica non presenta caratteristiche di originalità". Nella relazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che l'Ansa ha reso pubblico, il Comitato scientifico ha spiegato che il protocollo Stamina "prevede delle somministrazioni ripetute", ovvero cinque cicli costituiti ciascuno da un’infusione endovenosa più una intrarachidea. Questo "potrebbe aumentare il rischio di complicanze anche gravi", ad esempio encefalomielite.

Il giudizio del Comitato scientifico è contenuto nella relazione tecnica e nella nota di accompagnamento per il ministero della Salute. La relazione, ultimata alla fine di settembre e mai divulgata fino ad ora, spiega che la metodica fornita da Davide Vannoni "riguarda la semplice messa in coltura di cellule di origine midollare, che sarebbero poi iniettate come tali sia per via endovenosa che endorachidea (iniezioni di farmaci nella colonna vertebrale, ndr), e pertanto oltre a non presentare alcun carattere di originalità risulta incoerente con il presupposto stesso del metodo". Riferendosi alla descrizione del metodo, nella relazione il Comitato scientifico ha rilevato "la mancanza della parte riguardante il differenziamento in senso neuronale delle cellule". Tale fase, si legge nel lavoro pubblicato dall'Ansa, "viene invece richiamata nei protocolli di sperimentazione clinica presentati da Stamina come elemento fondante del metodo e base razionale della sua efficacia". "La mancanza della fase di differenziamento in senso neuronale - ha spiegato il Comitato scientifico - fa quindi di fatto cadere il razionale che Stamina stessa propone nei propri protocolli clinici".

Nella relazione tecnica e nella nota di accompagnamento al dicastero della Salute, il Comitato ha sottolineato che "manca l’indicazione di un piano di identificazione, screening e testing di donatori allogenici". Questo escluderebbe, tra le altre cose, "la verifica del rischio di malattie da agenti trasmissibili".

In assenza di tali controlli, è la preoccupazione del Comitato scientifico, "l’impiego di cellule da donatore potrebbe rappresentare un rischio per i pazienti".

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