Non c’è pace per i familiari di Stefano Leo, il 34enne di Biella ucciso in pieno centro a Torino mentre stava andando a lavoro. Sono ormai trascorsi quasi venti giorni dal terribile omicidio che ha sconvolto tutta Italia, ma l’assissino non ha ancora un volto e resta in libertà.
Le pochissime informazioni raccolte in merito al responsabile che, con una freddezza inaudita, ha lacerato la gola del giovane utilizzando una lama affilata, sono state poi tutte smentite dai carabinieri incaricati di occuparsi del caso. Permane, dunque, un inquietante mistero ed il panico continua a diffondersi fra i cittadini.
Intervistato da “La Stampa” Maurizio Leo, il papà di Stefano, non riesce a darsi pace. “Mio figlio Stefano Leo era una persona perbene. Lo hanno ammazzato mentre andava a lavorare. In pieno giorno, non alle 3 di notte mentre andava a un rave”. Il pensiero che un bravo ragazzo possa essere ucciso in strada ed in pieno giorno, mentre sta semplicemente andando a lavoro, ha in effetti sconvolto tutti. “Ho paura di tutto. Anche che qualcuno faccia del male al resto della famiglia. Che ci sia un pazzo in giro”.
Gli inquirenti, tuttavia, sembrano brancolare nel buio. Dopo avere smentito l’inziale identikit dell’omicida – alto, capelli lunghi con dreads, nordafricano -, non hanno voluto rilasciare altre dichiarazioni.
Un silenzio snervante per la famiglia del 33enne ucciso.“Mia moglie e io siamo andati in procura, siamo rimasti lì otto ore. Abbiamo parlato con tutti. Ma per ora non sono state trovate risposte”.
Grande amarezza espressa anche nei confronti del primo cittadino di Torino, Chiara Appendino, che sembra non avere preso affatto a cuore la drammatica vicenda.
“Dal sindaco Appendino non è arrivata una parola di conforto a me o alla mamma”, afferma Maurizio Leo.“Hanno posato migliaia di fiori sulla scala dove è stato ammazzato. Non uno da parte della sindaca Appendino o dell’amministrazione. Sono basito e deluso”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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