Milano Eni è una grande famiglia. E in famiglia diritti e doveri si mescolano sempre. Il dipendente Eni che accetta di andare a lavorare all'estero, soprattutto in Paesi disagiati, magari in Africa, o in Sud America, mette tutto in conto ma sa che Eni penserà a lui. Perché da sempre il colosso petrolifero, che sviluppa in contesti particolari il suo business nel mondo per la tutela della salute dei suoi impiegati adotta criteri non riferiti a una singola normativa nazionale ma altresì ai migliori standard del settore.
La salute fisica è elemento imprescindibile da tenere in considerazione quando si parla di qualità del lavoro. Eni oltre ad attivare tutti i necessari interventi volti alla protezione della salute dei lavoratori in relazione alle specifiche attività svolte, è particolarmente attenta alla promozione di corretti stili di vita e, nell'ambito di progetti specifici, fornisce gli strumenti necessari per la cura e l'assistenza. Per Eni infatti la tutela della salute passa certamente dal rispetto della legge nazionale del Paese in cui opera, associata però a una attenta analisi normativa
Il diritto alla salute rientra nell'accordo che l'azienda prende con il personale. Attraverso i contratti con i suoi dipendenti l'azienda si impegna a garantire in tutti i contesti non solo difesa della salute collegata all'attività lavorativa ma anche i primari livelli di assistenza, rispetto e promozione della salute. È evidente che chi lascia il Paese d'origine con certe garanzie sotto il profilo sanitario lo fa perché si fida dell'azienda per cui lavora, soprattutto se - come nel caso di Eni, ha da sempre assunto criteri di qualità dell'erogazione di assistenza medica che hanno come riferimenti i migliori standard e le best practice internazionali, secondo priorità che sono specifiche per ogni Paese definite da diverse certificazioni, dall'International labour standards all'Organizzazione mondiale della sanità.
Per dare un'idea sulla promozione dell'assistenza sanitaria Eni si è ispirata anche agli standard di alcuni Paesi stranieri, adottando i suggerimenti proposti, dall'American commission ai comitati norvegesi di qualità fino allo studio della Bocconi sulla qualità nei percorsi diagnostici e di assistenza non solo per i suoi dipendenti diretti, ma anche per chi lavora nell'indotto e per i loro familiari. Per capire il fenomeno basta un dato: in Nigeria l'anno scorso le visite all'ambulatorio Eni dei non dipendenti sono state 40mila.
Per Eni la promozione della salute è una strategia per migliorare la salute della popolazione, fornendo alle persone e alle comunità gli strumenti per informarsi e per decidere in maniera consapevole come stare bene. L'impegno di Eni riguarda dunque anche i familiari e la comunità nella quale Eni si trova a operare. Merito di un sistema di gestione centralizzato che parte dall'analisi del bisogno alla strategia, al monitoraggio e alla ricerca di soluzioni nel rispetto delle responsabilità definite dall'organizzazione di Eni, dalle figure di gestione delle aree di business a quelle centrali nella sede di Roma.
Eni contribuisce attivamente alla salute e allo sviluppo sociale delle comunità in cui opera attraverso la realizzazione di progetti dopo una attenta valutazione coinvolgendo le comunità dei territori in cui l'azienda è presente. I progetti relativi alla salute dell'individuo vengono selezionati coinvolgendo le autorità locali, regionali, nazionali e le principali parti interessate. I progetti mirano a promuovere lo sviluppo sociale delle comunità dei territori in cui Eni opera rispettando le leggi nazionali e internazionali.
I centri Eni sono anche centri di vaccinazione riconosciuti da sistemi sanitari nazionali (come in Congo), perché sono le istituzioni a riconoscere il ruolo sociale rivestito dall'azienda. Anche in questo settore Eni è all'avanguardia: ha preso coscienza della delicatezza del settore unificandolo e gestendolo come fosse un valore, anche dopo i suggerimenti e le proposte arrivate dai suoi interlocutori per iniziare nuovi progetti in nuovi contesti con nuovi interlocutori e nuovi Paesi che saranno coinvolti nel sistema di welfare.
La promozione del benessere delle comunità locali rappresenta per Eni un importante strumento per aumentare la propria efficacia come partner di sviluppo ed è una parte cruciale degli investimenti realizzati nei paesi di operatività.
Nel corso degli anni sono state realizzate svariate iniziative di Community Health, che hanno dato luogo a cambiamenti positive all'interno delle comunità; in particolare, le attività di promozione della salute sono andate pian piano convergendo verso un frame coerente e comune, in linea con le politiche sanitarie dei paesi ospiti. I Paesi principalmente interessati da queste iniziative sono: Repubblica Democratica del Congo, Guinea Bissau, Mozambico, Congo, Angola, Algeria, Gabon, Libia, Ecuador.
Chi lascia il Paese d'origine con certe garanzie sotto il profilo sanitario lo fa perché si fida di Eni, che da sempre assume criteri di qualità dell'erogazione di assistenza medica secondo i migliori standard e le best practise internazionale definite da diverse certificazioni, dall'Ilo all'Oms
L'impegno di Eni riguarda anche i familiari e la comunità nella quale Eni si trova a operare. Merito di un sistema di gestione centralizzato che parte dall'analisi del bisogno alla strategia, al monitoraggio e alla ricerca di soluzioni nel rispetto delle responsabilità definite dall'organizzazione di Eni
Il diritto alla salute rientra nell'accordo che l'azienda prende con il personale.
Attraverso i contratti con i dipendenti Eni si impegna a garantire in tutti i contesti non solo difesa della salute collegata all'attività lavorativa ma anche i primari livelli di assistenza, rispetto e promozione della salute- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.