"Impiccagioni e fucilazioni": le chat choc dei no vax nel mirino dei pm

Per i no vax e no pass indagati si ipotizza il reato di istigazione a delinquere. Emessi anche alcuni fogli di via da parte della questura di Torino

"Impiccagioni e fucilazioni": le chat choc dei no vax nel mirino dei pm

Il giro di vite chiesto dal Viminale contro i manifestanti no vax e no Green pass ha portato a nuove perquisizioni. La polizia ha fatto visita a 17 persone tra le più attive nel gruppo Basta Dittatura, uno degli spazi web più noti e frequentati dai contestatori. La perquisizione è il risultato del lavoro di indagine svolto sotto la direzione dei magistrati specializzati della procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione.

Hanno collaborato alle indagini anche la polizia Postale e la Digos nei distaccamenti territoriali, che per diverse settimane hanno monitorato h24 il canale Telegram, diventato il polo principale nell'organizzazione delle proteste, anche violente, su tutto il territorio nazionale. Oggi è un gruppo che conta oltre 10mila iscritti e accentra in sé gran parte dei no pass che il sabato scendono in piazza per le manifestazioni. Le loro chat sono spesso un coacervo di odiatori in cui si incita alla disobbedienza e al compimento di vari reati. Inoltre, la propagazione virale dei messaggi ha determinato consistenti disagi nella gestione dell'ordine e sicurezza pubblica delle piazze.

Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati anche una tanica di acido "da lanciare verso le forze dell'ordine", un passaporto nazifascista d'epoca, coltelli e una balestra oltre a materiale informatico, pc e cellulari. Le 18 persone indagate sono individui attivi nella chat e, stando alle indagini, avrebbero istigato sistematicamente all'utilizzo delle armi ed al compimento di gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi. Secondo gli inquirenti, questo gruppo di persone faceva esplicito riferimento a impiccagioni, fucilazioni, gambizzazioni, oltre ad allusioni dirette a nuove marce su Roma e al terrorismo. Tra gli obiettivi ricorrenti del gruppo e degli indagati ci sono forze dell'ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di "asservimento" e di "collaborazionismo" con la "dittatura" in atto.

Risulta che alcuni dei soggetti indagati fossero già noti alle forze dell'ordine sia per aver aderito a posizioni estremiste sia per precedenti reati quali resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina, estorsione e per illeciti in materia di stupefacenti. Con loro, però, ci sono anche persone incensurate, risucchiate dalla spirale d'odio generata dall'opposizione violenta e dall'incitamento alla disobbedienza dei gruppi social. Tra gli identificati risultano anche soggetti che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari, nonché attivisti già protagonisti di aggressioni di piazza alle forze dell'ordine.

L'operazione è stata svolta in 16 diverse città, tra le quali Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese. Le posizioni delle 17 persone sono ora al vaglio delle autorità, che per loro ipotizzano reati come istigazione a delinquere con l'aggravante del ricorso a strumenti telematici ed istigazione a disobbedire le leggi. Tra i provvedimenti sarebbero stati emessi anche dei fogli di via nei confronti di due referenti di gruppi no vax torinesi.

Inevitabile la reazione nella chat quando la notizia ha iniziato a diffondersi. "Che vergogna! Ormai siamo sotto dittatura conclamata... Non si può più manifestare che ti perseguitano... Mentre ladri spacciatori e corrotti sono tutti fuori", si legge sul canale Telegram. E ancora: "Ci stanno dando la caccia su questo canale, perché questo canale fa uscire fuori la verità".

Il vittimismo ha pervaso i discorsi degli attivisti, che si sentono vittime del sistema. "Ste merde criminali stanno 24 ore su 24 a monitorarci. Hanno già finito di perseguire tutti i mafiosi e sono passati agli anti-dittatura", scrivono.

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