Tangentopoli e altre ghigliottine di Stato

L'Italia è l'unica democrazia il cui capo del governo ricopre l'ufficio per grazia ricevuta e non per voto popolare

Tangentopoli e altre ghigliottine di Stato

I redattori di Blob trasmettono un'antologia su quel che accadde con Tangentopoli e la fine della prima Repubblica. Hanno invitato anche me, ma mi corre l'obbligo di insistere. Quando nel 1980 m'imbattei in un ministro che svelò il sistema del finanziamento illegale della politica, l'intervista fece scalpore solo perché l'intervistato si era espresso in volgare romanesco. Quanto alla sostanza, democristiani e comunisti restarono uniti in una pratica che includeva persino il vitalizio parlamentare per mettere a carico del contribuente i funzionari di partito. Quando finì la guerra fredda, l'Italia si ritrovò in braghe di tela con gli ex alleati furiosi per i rospi che gli erano stati fatti inghiottire da una classe politica sclerotica e avida. L'operazione Tangentopoli fu lanciata come castigo di Dio dal Fbi, così com'è raccontato in The Italian Guillotine (La ghigliottina italiana) autori Stanton H. Burnett e Luca Mantovani. Il libro non è stato mai tradotto, chissà perché. Ma chi lo ha letto sa perché sia stato incenerito il principio di una democrazia liberale non eterodiretta, vietata col pretesto che alcuni politici rubano. Neanche gli amici di Blob hanno avuto il fegato di raccontare il primo vero colpo di Stato contro la Repubblica.

La cacciata del leader Berlusconi per via giudiziaria fu il secondo. Da allora l'Italia è l'unica democrazia il cui capo del governo ricopre l'ufficio per grazia ricevuta e non per voto popolare. L'ultimo eletto fu proprio Berlusconi.

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