Il Tar condanna le compagnie telefoniche: "Via le antenne dalle scuole"

La battaglia dei genitori degli alunni contro le antenne va avanti dal 2015

Il Tar condanna le compagnie telefoniche: "Via le antenne dalle scuole"

Il Tar del Lazio ha stabilito che le antenne elettromagnetiche sulla scuola materna ed elementare Cairoli e quelle sul liceo Tacito, nel quartiere Prati-Trionfale di Roma, vanno spente.

Già nel 2004, il Comune aveva stipulato coi gestori delle aziende telefoniche un Protocollo di intesa, secondo il quale le antenne avrebbero dovuto essere installate ad almeno 100 metri rispetto ai luoghi sensibili, quali scuole, ospedali e aree gioco. Successivamente, nel 2015, Roma Capitale aveva approvato un regolamento che aveva individuato i siti sensibili, dai quali l'installazione degli impianti di telefonia avrebbe dovuto essere esclusa. La notizia è stata riportata dal Messaggero, che racconta la vicenda che ha coinvolto due istituti di Roma.

Tuttavia, a soli venti metri da due scuole romane, erano state installate delle antenne elettromagnetiche. Contro tale impianto si erano schierati i genitori degli studenti, che avevano chiesto al Municipio, al Comune e al ministro delle Infrastrutture di spostarle, tramite raccolta firme e manifestazioni di protesta. Oggi, secondo Stefano Moretti, uno dei papà che ha dato il via alle proteste, "lo sforzo dei cittadini, nonostante l'inerzia della politica (sono passate tre amministrazioni comunali dall'installazione abusiva), vede i suoi frutti".

Infatti, il Tar ha finalmente ordinato la rimozione delle antenne installate nel 2015 da Wind, Telecom e Vodafone, che causano smog elettromagnetico, dannoso in particolare per i bambini, condannando le compagnie telefoniche e il Comune di Roma a pagare le spese legali.

Ora, i genitori si aspettano che "il Comune si attivi immediatamente per

disattivare e rimuovere le antenne, perchè i bambini ricomincino il nuovo anno scolastico senza questo pericolo e che le istituzioni vigilino con maggiore cura prima di rilasciare autorizzazioni troppo frettolose".

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