A Taranto trovate sulla spiaggia carcasse di delfini e tartarughe

Misteriose le cause della morte. Solo ieri dieci corpi rinvenuti lungo la costa ionica

A Taranto trovate sulla spiaggia carcasse di delfini e tartarughe

Taranto, città il cui simbolo è un delfino, ora si trova a combattere contro una moria improvvisa e ancora senza spiegazioni degli straordinari mammiferi. Insieme a loro, anche le tartarughe della specie "Caretta Caretta", famose nel Mediterraneo, di cui la costa ionica è popolatissima (foto).

“La prima carcassa è stata ritrovata il 2 novembre. Era un delfino arenato sulla spiaggia di Campomarino, nella località di Commenda. Era un cucciolo – dichiara a ilGiornale.it Mimmo Carrieri, giornalista e ambientalista. "Il secondo ritrovamento - prosegue Carrieri - è stato quello di una tartaruga adulta, trovata l'11 Novembre, appena dieci giorni dopo”.

Ieri il fenomeno è diventato emergenza: da Castellaneta Marina (a Nord di Taranto), fino a Torre Colimena (a sud della provincia ionica) sono state ritrovate dieci carcasse di animali.

“Un delfino l'ho recuperato io, insieme a un passante, siamo entrati in acqua vestiti per aiutare il corpo del povero delfino, ma era già morto” ha chiosato Carrieri.

Tra i dieci animali ritrovati ieri, un delfino di un metro e 80 centimetri di lunghezza di circa 70-80 chili di peso a Campomarino. A distanza di 5 chilometri un altro era riverso sulla spiaggia.

“Non ci si può limitare a ispezionare solo le carcasse per poi mandarle all'inceneritore facendole smaltire; le stesse devono essere trasportate presso l'istituto zooprofilattico per capire le cause del decesso.” conclude Mimmo Carrieri.
C'è, come dicevamo, un velo di mistero intorno a queste morti in mare.

Tra le cause si fa strada l'ipotesi dell' “airgun”, ovvero la tecnica di ispezione dei fondali marini per sondare il sottosuolo in cerca di idrocarburi. Si tratta di spari di aria compressa che, attraverso le onde riflesse, registrano il contenuto del sottosuolo. Con effetti devastanti sui pesci che, in questo modo, si disorientano finendo fuori dal loro habitat.

Qualcuno sospetta, invece, possa esserci un morbo che fa ammalare gli animali, ma ancora si brancola nel buio.

Per adesso restano gli animali morti, il loro tragico destino che ricorda certe maledizioni bibliche, il timore che, in una zona giù duramente provata dall'inquinamento, ci sia una nuova emergenza da affrontare.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica