Cronache

Tariffe telefoniche, la furbizia degli operatori e i ritocchi fino al +40%

È capitato praticamente a tutti di cambiare operatore e/o piano tariffario con la promessa di risparmiare. Poi però, tra un ritocco "in corsa", le spese sono cresciute progressivamente. Arrivando a toccare, in alcuni casi, un +40%

Tariffe telefoniche, la furbizia degli operatori e i ritocchi fino al +40%

Rincari, rincari e ancora rincari. Da quando c'è stata l'esplosione di internet e degli smartphone, in pratica non c'è utente che si sia salvato dagli aumenti "in corsa" delle tariffe decisi dagli operatori telefonici. Tra i quali ognuno di noi può scegliere liberamente, al punto da passare in continuazione da un provider all'altro per approfittare dell'ultima offerta. Che però, salvo rare eccezioni, non rimane fissa. Ma è soggetta a "ritocchini" all'insù che, a lungo andare, finiscono per danneggiare i consumatori.

È successo (quasi) a tutti. Una sensazione diffusa che ora viene confermata da una ricerca di Repubblica, che ha analizzato l'evoluzione dei piani tariffari di alcuni dei principali gestori presenti nel mercato italiano, senza pietà nell'effettuare, previa comunicazione ai clienti che sa tanto di beffa, le cosiddette rimodulazioni.

Il primo provider preso in esame è Vodafone. Il pacchetto Iperfibra per la casa, che nel 2017 costava 25 euro al mese, è stato rincarato due volte tra il 2018 e il 2019. La prima di 2,50 euro, la seconda di 2,99 euro. Per un 21,96% di aumento netto. Stesso discorso, se non peggio, Fastweb Joy Fibra 200. Subito era offerto a 39,90 euro al mese, diventati 44,90 nel 2018 e 47,90 quest'anno (+31,2%). È andata un po' meglio a Tim Smart Casa. Partito da 39,90 euro al mese, è aumentato due euro e mezzo nel 2018, poi più niente (per ora). Discorso simile per Absolute Fibra di Wind . 29,95 euro al mese divenuti 31,95 nel 2019.

Capitolo mobile. La tariffa Vodafone Smart, uscita nel 2017, all'inizio costava 10 euro al mese. Aumentati, nel giro di un biennio, di 1,49 e 1,98 euro. Stessa cosa è successa a Vodafone Pro, che dai 15 euro del 2017 ha subito esattamente lo stesso rincaro della tariffa consorella. Con l'unica consolazione, per gli utenti, di 20 giga in più al mese di connessione. Forse è andata addirittura peggio ai clienti di Tim Special Medium: 11,90 euro nel 2019, aumentati di 1,99 euro nel 2018 e nel 2019. Idem Tim Young&Music: 9 euro nel 2017, diventati 10,99 l'anno scorso e 12,98 quest'anno. Il 44,2% in più rispetto all'inizio: un salasso.

Non si salva neppure Wind 3. All Inclusive Unlimited, dai 12 euro del 2017 è passata ai 13,49 del 2019, mentre All in Star e All In Prime 3 sono cresciute di 2 euro solo quest'anno. Insomma, il fenomeno dei rincari alle bollette tocca un po' tutti.

Ma non bisogna fare drammi. Secondo Alessandro Voci di SosTariffe, è vero che"variazioni di prezzo causano aumenti mensili che negli ultimi due anni ammontano mediamente a 2,32 euro al mese (circa 28 euro in un anno)". Fortuna che però si può cambiare provider. In questo modo, assicura Voci, "il risparmio è assicurato, anche grazie al fatto che gli operatori devono, a fronte di una rimodulazione, consentire un cambio provider o offerta senza penali", con un risparmio annuale che si avvicina ai 160 euro.

Cambiare, dunque, può essere la soluzione. Anche perché per legge, una volta che il rincaro viene comunicato al cliente, quest'ultimo ha 30 giorni di tempo per passare a un altro operatore. Prepararsi a perdere del tempo, in fila al negozio - o in attesa al telefono/su internet - per la sim o il modem e in attesa della loro attivazione.

Per la quale trascorre sempre qualche giorno.

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