La tattica della baby ladre rom "Rubano e passano la refurtiva ai grandi"

L'assalto delle rom nella metro di Roma e la difficoltà di prenderle con la refurtiva addosso: così la polizia fatica ad arrestarle

La tattica della baby ladre rom "Rubano e passano la refurtiva ai grandi"

Sono brave, nel loro "lavoro". Scaltre. Rapide. Quasi invisibili. Riescono a infilare le loro mani nelle tasche o nelle borse, prelevare i portafogli senza che la vittima se ne accorga. E spesso, senza che neppure la polizia possa intervenire per mettere un freno agli scippi sulle linee della metro di Roma.

Sono le baby ladre rom. Un esercito di ragazzine pronte a colpire turisti e romani distratti, nella quasi totale inpunità. Gli agenti ci provano a fermare il fenomeno, ma non è facile. E non tanto e non solo perché si nascondono in mezzo alla massa di viaggiatori che ogni giorno salgono sui vagoni della metro capitolina, ma anche perché spesso dopo aver arraffato la refurtiva la passano agli adulti, vanificando i fermi degli agenti.

I poliziotti sanno chi sono. Ormai hanno imparato a conoscerle. Le seguono, ma difficilmente - oltre ad identificarle - possono far altro per bloccarle. "Finora - spiega un agente di polizia alla Stazione al Messaggero - ne abbiamo segnalate e registrate 30. Le ultime, sono tutte già conosciute, le faremo rincasare". E ancora: "Sono brave, bravissime, mi hanno appena preso in giro, comunque i vagoni più sicuri se vuole un consiglio sono il primo e l' ultimo". Un modo per fermarle ci sarebbe: tenerle lontano dai vagoni.

Ma non è possibile: "Non le devono fare entrare - spiega una guardia giurata al quotidiano romano - perché noi non possiamo fargli niente, al massimo chiamare polizia o carabinieri. A un mio collega quelle lì l'hanno fatto arrestare e licenziare. Perché? Le fermava sempre, faceva il suo lavoro bene. Si sono inventate che le picchiava e si faceva dare i soldi. La società l'ha scaricato".

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