"Te la faccio pagare...." Il padre la mette incinta e la madre la sequestra

Andranno a processo due genitori, accusati dalla figlia di sequestro di persona: il padre è al centro di un altro processo per molestie e violenza sessuale

"Te la faccio pagare...." Il padre la mette incinta e la madre la sequestra

Padre e madre vanno a processo. Lo ha disposto il gup Marcello Rizzo, dopo l’udienza preliminare per due genitori della provincia di Lecce accusati di sequestro di persona: l’uomo è stato già condannato in appello per violenza sessuale.

La sopravvissuta in questa storia, colei che ha avuto il coraggio di denunciare, è la figlia della coppia, oggi trentenne, che, come riporta Corriere Salentino, accusa i genitori di averla segregata da aprile giugno 2017: la donna ha testimoniato di essere stata tagliata fuori dal mondo nei momenti in cui i genitori uscivano dalla casa comune, chiusa nell’abitazione a chiave, senza telefono né wi-fi.

In più, secondo l’accusa, la donna sarebbe stata inibita dai contatti con il nuovo compagno, con cui vive ora in un’altra provincia pugliese, ma anche dai contatti con i propri figli, che non avrebbe potuto accompagnare o riprendere da scuola, accudire e nutrire come farebbe qualunque madre. La donna ha infatti due figli: uno nato dall’incesto e che l’esame del Dna ha confermato essere del padre, e l’altro nato da un precedente matrimonio.

Alla radice di questa storia c’è però una vicenda già nota alle cronache giudiziarie: il padre è stato ritenuto colpevole di violenza sessuale verso la figlia. Che ha raccontato ai carabinieri di essere stata oggetto di molestie e stupri fin da quando aveva 7 anni. A 15 anni la ragazzina, oggi donna, restò incinta per la prima volta del padre e abortì, mentre a 20 anni tenne il bambino: lo scorso settembre il padre ebbe uno sconto di pena nel processo d’appello, passando da 30 a 17 anni, e ora dovrà tornare in tribunale con accuse differenti ma con la stessa accusatrice.

La trentenne ha avuto infatti il coraggio di raccontare la sua odissea in una lettera scritta al compagno: con il suo sostegno ha poi deciso di denunciare anni di presunte violenze e minacce da parte del padre ai carabinieri. E in tutto questo, anche in base al nuovo processo per sequestro di persona - che si aprirà il 21 maggio davanti al giudice monocratico Elena Coppola - spuntano degli interrogativi sul ruolo della madre.

Oltre alla recente accusa, ancora il Corriere Salentino aveva raccontato che la donna fosse al corrente delle violenze perpetrate dal marito: entrambi i genitori avevano infatti accompagnato ad abortire la figlia 15enne, fornendo all’ospedale di Gagliano del Capo la versione di una violenza sessuale da parte di uno sconosciuto, affinché potesse avvenire l’interruzione volontaria di gravidanza. Immediatamente dopo l’aborto, la donna ha affermato di essere stata stuprata in auto ancora una volta dal padre, che la minacciava costantemente con frasi del tipo: “Con me non devi scherzare… te la faccio pagare”.

La trentenne si è

costituita parte civile ed è difesa, con il nuovo compagno, dall’avvocato Francesco Della Corte. Mario Coppola, Luigi e Alberto Corvaglia sono rispettivamente i legali della difesa della madre e del padre.

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