Ogni anno l’Institute for Economics and Peace (Iep) scatta una “fotografia” dei fenomeni terroristici a livello globale. Dati, episodi, problematiche di vario genere e statistiche sono tutti elementi messi nero su bianco sul Global Terrorism Index.
Ed è proprio tra queste pagine che è possibile rintracciare, paese per paese, l’incidenza del terrorismo ed il peso sull’influenza nella vita di tutti i giorni di uno dei fenomeni più temuti dai cittadini.
All’interno del Global Terrorism Index, un capitolo è dedicato anche al nostro paese. L’Italia per fortuna, complici situazioni sociali diverse dagli altri paesi europei ed un ottimo funzionamento degli apparati di sicurezza, negli ultimi anni non ha vissuto gli stessi drammi visti in altri contesti, come ad esempio in quello francese.
Tuttavia questo non vuol dire che è possibile abbassare la guardia. Anzi, tra le pagine dedicate all’Italia del Global Terrorism Index vengono sottolineati i punti più delicati da tenere d’occhio sul fronte della sicurezza.
Nel documento dell’Iep, in riguardo all’Italia si punta soprattutto sul fatto che nel nostro paese sono cresciuti i residenti provenienti da paesi considerati a rischio. I dati riportati, da questo punto di vista, parlano chiaro: “Rispetto al 2018 – si legge nel rapporto – Sono aumentati del 34.4% gli stranieri residenti provenienti dalle zone più a rischio”.
In particolare, in Italia ci sono 262.000 cittadini stranieri provenienti da paesi quali Iraq, Afghanistan, Pakistan, Nigeria e Siria. Sono queste le nazioni considerate maggiormente a rischio terrorismo, in riferimento alla presenza al loro interno di gruppi jihadisti quali l’Isis, Al Qaeda e Boko Haram. I paesi sopra citati appaiono a rischio anche perché, come nel caso siriano, è ancora in corso la guerra civile che sta coinvolgendo, tra gli altri, anche fazioni jihadiste.
Tra le nazioni sopra menzionate, un peso maggiore lo ricopre indubbiamente la comunità pakistana: i cittadini provenienti dal Pakistan costituiscono infatti il 46.7% tra quelli che arrivano da paesi considerati a rischio. In particolare, in Italia sono presenti 122.308 cittadini pakistani.
A seguire, vi è la comunità nigeriana con 117.358 cittadini censiti nel nostro paese. Sono invece marginali le percentuali degli altri paesi sopra citati: gli afghani costituiscono infatti il 4.3% dei cittadini presenti in Italia provenienti da paesi a rischio, i siriani il 2.4% ed infine gli iracheni l’1.7%.
Ovviamente non è la presenza in sé di queste nazionalità ad arrecare pericolo per l’Italia. Tuttavia, a fronte di un maggior numero di cittadini originari di paesi a rischio viene consigliato un maggior controllo per possibili coinvolgimenti con attività terroristiche operate in patria.
A tal proposito, nelle ultime ore si è registrata anche la dichiarazione dell’assessore alla sicurezza della regione Lombardia, Riccardo De Corato, a commento dei dati dell’Iep: “La Lombardia è la regione italiana a maggior rischio di infiltrazioni terroristiche – ha infatti dichiarato l’esponente della giunta del presidente Fontana – Forse dobbiamo solo ringraziare il lavoro costante di intelligence se nel nostro Paese e nella nostra regione non è ancora successo nulla di grave”.
“La nostra regione è quella dove risiedono più immigrati, il 22,4% del totale degli stranieri iscritti alle anagrafi italiane – ha poi proseguito l’assessore De Corato – Secondo i dati Orim e Polis al 1 luglio 2019 gli immigrati in Lombardia sono
1.352.007, in aumento del 2,4% rispetto all'anno precedente. È del tutto evidente che straniero non voglia assolutamente dire terrorista, ma davanti a questa mole di numeri in costante aumento ci vuole molta attenzione”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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