Cronache

La tesi choc sul Vaticano: "Più grande comunità gay del mondo"

Il Vaticano sarebbe la "più grande" e "potente" comunità gay del mondo. A pochi giorni dal meeting sugli abusi, spunta un libro destinato a far discutere

La tesi choc sul Vaticano: "Più grande comunità gay del mondo"

Il fatto che in Vaticano esista una "rete omosessuale" è stato spesso denunciato dal mondo tradizionale.

Alcuni cardinali, in vista del meeting sugli abusi che si terrà alla fine di febbraio, stanno chiedendo a papa Francesco di prendere in considerazione questa tesi: tra gli "omosessualismi clericali" e gli scandali emersi in questi ultimi mesi ci sarebbero dei punti di contatto. Il cardinale Raymond Leo Burke ha persino dichiarato che "gli abusi sessuali sono atti omosessuali". Il cardinale Mueller ha in qualche modo smentito Bergoglio, sostenendo che il "clericalismo", la causa scatenante degli scandali per l'interpretazione data dal pontefice, non ha niente a che fare con gli abusi.

Adesso, però, sta per essere pubblicato un libro secondo cui nella Chiesa cattolica si nasconderebbe "la più grande comunità gay nel mondo". Il giornalista Fréderic Martél, stando a quanto si apprende sul sito de Il Fatto Quotidiano, ha preso coscienza della situazione, intervistando migliaia di persone. Il titolo dell'opera è "Sodoma": davvero esplicativo. Le tempistiche, in questa storia, hanno la loro importanza: Il Santo Padre ha da poco convocato tutti gli episcopati del mondo per discutere di prevenzione, ma quasi in contemporanea con l'appuntamento che alcuni usano definire "Sinodo straordinario", apparirà sugli scaffali delle librerie un testo, quello di Martél, che potrebbe sollevare un vero e proprio polverone. Bisognerà aspettare per conoscere contenuti e dettagli dell'opera.

I "nemici di Francesco", dal canto loro, ritengono, anche se magari non lo dichiarano, che il papa non voglia esaminare il tema della "rete omosessuale" nella Chiesa cattolica. Alcune sigle laiche, ma riconducibili al "fronte tradizionalista", stanno promuovendo una petizione in vista dell'incontro di febbraio in Vaticano: chiedono sanzioni efficaci e il ripristino di una norma del diritto canonico sulla riduzione allo stato laicale. Questa vicenda ci accompagnerà almeno sino alla fine del meeting.

Come abbiamo segnalato per mezzo di questo reportage, c'è chi sostiene che l'opposizione al pontefice possa declinarsi attraverso una serie di attacchi promossi pure dal mondo ultraprogressista. Anche il cardinale Walter Kasper, quando ha parlato di coloro a cui non piace questo pontificato, quelli che starebbero lavorando a un "nuovo Conclave", si è riferito tanto ai conservatori quanto alla sinistra ecclesiastica. Una serie di fattori, questi appena descritti, che fanno registrare la complessità del momento.

La posizione del papa, a dire il vero, sarebbe chiara: l'ex arcivescovo di Buenos Aires, all'interno di un'intervista rilasciata in un libro - interviste scritto da un missionario, ha dichiarato che le persone che hanno dubbi sulla loro sfera sessuale, così come i nevrotici, non dovrebbero essere consacrate. Progressisti antibergogliani e ultraconservatori, però, sembrerebbero tirare in ballo il Santo Padre proprio sulla mancata lotta a quella che, durante il pontificato di Josephe Ratzinger, era stata chiamata la "lobby gay" del Vaticano.

Tutto questo prescindendo dal libro di Martél, che dovrebbe mettere in evidenza, tra i vari punti toccati, il fatto che gli ecclesiastici della Chiesa cattolica siano in larga maggioranza omosessuali.

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